Il colosso energetico russo Gazprom ha fatto sapere di aver ricominciato a fornire gas all’Italia attraverso il passo del Tarvisio. «La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache», scrive in una nota l’azienda italiana.

Eni, cosa aveva detto l’amministratore delegato Descalzi
Lo stop alle forniture di gas russo all’Italia era iniziato l’1 ottobre. Due giorni fa l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, aveva spiegato che il problema era «dovuto al fatto che si sarebbe dovuto dare una garanzia fisica in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore che porta il gas dall’Austria all’Italia». Aveva poi aggiunto: «Gazprom non ha pagato, quindi diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per un passaggio. Noi stiamo vedendo come sia possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo. È una cosa che si poteva evitare».

L’Italia da mesi importa solo il 10 per cento del gas dalla Russia
«A partire da oggi Gazprom non sta più consegnando il gas ad Eni poiché, stando alle sue comunicazioni, non sarebbe in grado di ottemperare agli obblighi necessari per ottenere il servizio di dispacciamento di gas in Austria dove dovrebbe consegnarlo», aveva spiegato l’1 ottobre un portavoce del Cane a sei zampe. «Ci risulta però che l’Austria stia continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l’Italia». Adesso la ripresa delle forniture, anche se lo stop non aveva destato particolare allarme. Già da un paio di mesi i flussi dalla Russia non superano i 20 milioni giornalieri, circa il 10 per cento del fabbisogno italiano: il gas “mancante”, in questo periodo, è stato ampiamente compensato dagli arrivi dall’Algeria che hanno ormai raggiunto gli 80 milioni di media quotidiana.