Un price cap “dinamico” sul metano russo: è questa la proposta di Italia, Grecia, Polonia e Belgio per gestire il rincaro del gas e far fronte all’emergenza energetica. Il documento sarebbe già al vaglio degli Stati membri dell’Unione Europea. Ecco in cosa consiste l’idea.
Gas, price cap “dinamico”: a cosa serve?
Italia, Grecia, Polonia e Belgio, hanno redatto un documento informale in cui illustrano il Price cap “dinamico”. Si tratta di una proposta per gestire il rincaro del gas russo che prevede la fissazione di un “valore centrale” da rivedere regolarmente in base alle variabili di mercato. Rispetto a questo si farebbero anche predizioni sui possibili rialzi o ribassi nei diversi hub europei. L’idea “sofisticata”, come l’ha definita il Commissario all’Economia Ue Paolo Gentiloni, già oggi potrebbe finire al vaglio dei 27 nel vertice in programma al Congresso di Praga.

Come funziona?
Il price cap dinamico ipotizza innanzitutto uno scenario in cui non ci sia assenza di forniture e si verifichi uno scambio tra domanda e offerta di gas. La misura prevede la creazione di un “corridoio dinamico” basato su un “valore centrale” della materia prima che potrà essere rivisto regolarmente. Si terrà conto di parametri di riferimento esterni, come il costo dei combustibili fossili in altri mercati, e rispetto a questi saranno ammesse fluttuazioni del prezzo al rialzo o al ribasso di diversi punti percentuali.
Il valore centrale del corridoio rappresenterebbe dunque “un tetto da piazzare su un solo hub di riferimento (ad esempio il Ttf di Amsterdam), su più hub così da evitare arbitraggi o ancora per coprire tutte le transazioni”. Le fluttuazioni nel suo intorno fungerebbero invece “da segnali di prezzo per spostare il gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il limite”.
