Gandhi, un parco a tema nell’ashram del Mahatma: scoppia la polemica

Fabrizio Grasso
25/02/2022

Modi vuole trasformare il luogo sacro di meditazione del Mahatma in un parco a tema. L'innovazione comporterebbe lo sfratto delle persone che ci vivono, compresi gli eredi dell'eroe indiano. Così nel Paese è esplosa la polemica.

Gandhi, un parco a tema nell’ashram del Mahatma: scoppia la polemica

Semplicità e austerità hanno da sempre contraddistinto l’operato e la figura di Gandhi, padre di un messaggio di non violenza universale. L’eredità del Mahatma è oggi ancora tangibile presso l’ashram (luogo di meditazione) nella città indiana di Ahmedabad, dove fra il 1917 e il 1930 stabilì il cuore pulsante della attività per la libertà. Oggi un nuovo progetto del governo di Nerendra Modi intende rendere il luogo sacro una destinazione turistica di livello mondiale con una spesa di 12 miliardi di rupie, circa 140 milioni di euro. Immediate le polemiche di storici e discendenti di Gandhi, che definiscono il parco a tema «un tentativo di politicizzare l’operato di Bapu (altro soprannome di Gandhi)».

L’ashram di Gandhi ha già subito modifiche nel corso degli anni

«Questa è la prima volta che un governo interferisce attivamente e impone la propria visione su un monumento di Gandhi», ha detto Tushar Gandhi, pronipote del Mahatma. «È un sinistro progetto per cancellarne gli insegnamenti e riscrivere la storia. Se Bapu fosse vivo, non approverebbe». Eppure l’ashram, situato nel moderno centro di Ahmedabad, ha già subito diversi interventi. Come riporta il Guardian, l’urbanizzazione ha ridotto la proprietà dagli originali 48 ettari a circa due, facendo spazio ad autostrade a quattro corsie, negozi, hotel e ristoranti di lusso. Un’area è persino centro dell’inseminazione artificiale per le mucche. Da anni le discussioni per ripristinare l’originale luogo sacro di Gandhi infiammano l’opinione pubblica, ma la presenza di sei trust con interessi diversi ne ha sempre rallentato l’operazione.

Modi vuole rendere l’ashram, cuore della non violenza di Gandhi, un luogo turistico con ologrammi e musei. È polemica con storici ed eredi.
Un ritratto di Gandhi presso l’ashram di Ahmedabad (Getty)

Adesso, l’obiettivo del governo è aumentare a 20 ettari l’ashram, rinnovando musei e monumenti di Gandhi ridotti in macerie. Dunque, cosa ha spinto la popolazione a protestare? La ragione risiederebbe nella poca trasparenza dell’operato di Modi, inclusa la nomina unilaterale di un suo favorito per il posto di architetto. Fa storcere il naso anche il mancato coinvolgimento di esperti e studiosi della vita di Gandhi. Il nuovo progetto intende poi implementare l’uso della moderna tecnologia. Fra le proposte ci sarebbe infatti anche l’idea di un ologramma di Gandhi fra le acque del fiume Sarbarmati che scorre lì vicino. Un’altra possibilità invece vedrebbe la nascita di un filatoio talmente grande da essere visto dagli aerei in volo sulla città. Decisioni che gli oppositori definiscono ridicole e persino stupide.

Gli insegnamenti di Gandhi sono opposti al partito di Modi

Come sottolinea il Guardian ciò che preoccupa di più è la complicata relazione che Modi e il suo partito Bharatiya Janata (BJP) hanno da sempre con gli insegnamenti di Gandhi. Bapu si oppose con veemenza durante la sua vita alla politica nazionalista indù che oggi fa da perno all’azione del governo. Lo stesso Nathuram Godse, assassinio di Gandhi, ha un passato legato al BJP. «Tutto ciò che rappresenta il BJP è antitetico a Gandhi», ha detto Ramachandra Guha, biografo del Mahatma. «Si tratta di un progetto cinico per nascondere l’oscurità di Modi». Immediata la risposta del governo tramite IK Patel, funzionario statale. «Non c’è alcun interesse politico», ha detto al Guardian. «Vogliamo restaurare l’ashram affinché le generazioni future possano ricordare e onorare la storia di Gandhi».

Modi vuole rendere l’ashram, cuore della non violenza di Gandhi, un luogo turistico con ologrammi e musei. È polemica con storici ed eredi.
Bambini indiani nei pressi della statua di Gandhi nell’ashram (Getty)

La riqualificazione dell’ashram ha però già previsto lo sfratto di 400 famiglie che vivono lì da sempre, tra cui alcuni discendenti di Gandhi. Ciò andrebbe direttamente contro le disposizioni del Mahatma, che chiese l’autorizzazione per l’alloggio perpetuo per tali abitanti oltre al favoreggiamento per i Dalit, il più basso sistema di caste del Paese. «Vivo qui da quando ho dieci anni, ma sono costretto ad andarmene», ha spiegato Jadi Dhabi, 85enne residente nell’ashram. «Tutti abbiamo paura di Modi». Il governo ha previsto un risarcimento di 6 milioni di rupie (70 mila euro) e un appartamento a più piani, ma in molti hanno parlato di intimidazioni e ordini diretti.