Gaia Tortora è una giornalista italiana figlia del conduttore Enzo Tortora e di Miranda Fantacci. Nata a Roma il 24 aprile del 1969, è la sorella della nota giornalista Silvia Tortora, morta a 59 anni per una malattia. Appassionata del mondo giornalistico,muove i primi passi a Teleroma 56 dove inizia la sua carriera, passando poi a Telemontecarlo e all’emettente Cinquestelle, dove conduce il programma Obiettivo Salute. Alla fine degli Anni Novanta inizia a collaborare con la redazione di INN e nel 2003 prende parte all’Adnkronos.
Gaia Tortora: biografia e carriera
Dopo aver lavorato nella web tv della compagnia elettrica Enel, nel 2005 viene scelta come conduttrice di Omnibus in onda su La7 insieme ad Andrea Pancani. Qualche tempo dopo approda al TG La7, prima a capo della redazione politica e nel 2014 come vicedirettore. Dal 2010 si occupa dell’edizione serale delle 20, sostituendo il direttore Enrico Mentana il sabato, la domenica e i giorni festivi. Gaia Tortora è una persona molto riservata e della sua vita privata si conosce molto poco. Ha due figlie, la prima nata nel 1999 e la seconda nel 2002, ma non emergono altre informazioni circa la sua situazione sentimentale. Molto sensibile ad alcune tematiche, è impegnata attivamente ed è il volto della campagna de La Gardenia di AISM contro la sclerosi multipla.

Il libro dedicato al padre
Gaia ha da poco pubblicato il libro Testa alta, e avanti nel quale ripercorre la dolorosa vicenda dell’arresto del padre, vittima di un clamoroso errore giudiziario. La storia inizia il 17 giugno 1983 quando lei ha quattordici anni. È il giorno del suo esame di terza media, procede spedita verso la scuola e non sa che, poche ore prima, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in una camera dell’Hotel Plaza arrestando suo padre per associazione camorristica e traffico di droga. Quando la televisione lo ritrae all’uscita del commissariato, stretto tra due Carabinieri e con le manette bene in vista, Gaia smette di parlare per molto tempo. Dopo sette mesi di reclusione, l’uomo fu liberato ma poco dopo i pubblici ministeri del processo ottennero la sua condanna a dieci anni di carcere. La sua innocenza fu in seguito dimostrata e riconosciuta e Tortora venne infine assolto.

La giornalista ha deciso di ripercorrere la vicenda dolorosa del padre nella consapevolezza che non sia solo sua – ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno. Condividendo il proprio intimo dolore, Gaia vuole fornire un mezzo per combattere contro l’ingiustizia e per impedire che tutto ciò si possa ripetere (e andare avanti, come le diceva suo padre, a testa alta).