Il 3 aprile 2004 ci lasciava a soli 61 anni Gabriella Ferri, voce e cuore di Roma e una delle grandi interpreti della canzone popolare italiana. Nata e cresciuta a Testaccio, da ragazza sognava di diventare indossatrice. Per mantenersi lavorò come operaia e come commessa. Fu proprio in una boutique del centro che conobbe Luisa De Santis, figlia del regista Giuseppe, celebre per Riso amaro, diventandone amica. Insieme formarono un duo – Luisa e Gabriella – che riproponeva il repertorio folk romano come Barcarolo romano e La società dei magnaccioni. Durante uno spettacolo all’Intra’s Club di Milano, città dove erano ospitate da Camilla Cederna, furono notate e messe sotto contratto: uscì così il loro primo 45 giri con la Jolly, una rielaborazione de La società dei magnaccioni. Nel 1964 debuttarono in tv nella trasmissione La fiera dei sogni presentata da Mike Bongiorno e l’anno seguente uscì nelle sale cinematografiche italiane ed estere il loro primo e forse unico filmato musicale contenuto nel film 008 Operazione ritmo.

La carriera solista e l’arrivo al Bagaglino
Luisa e Gabriella continuarono a seguire il filone popolare, questa volta siciliano, incidendo versioni di Ciuri ciuri e Vitti ‘na crozza. Anche questo secondo singolo riscosse un discreto successo e il duo incise così un terzo 45 giri composto da La povera Cecilia, una canzone tradizionale spesso cantata dai menestrelli e nel lato B da È tutta robba mia, presa a prestito dallo spettacolo La manfrina e musicata da Ennio Morricone. Il duo ebbe però vita breve. Gabriella continuò così la carriera da solista. Dopo gli anni milanesi, rientrò a Roma alla fine del 1966 approdando al Bagaglino. Qui conobbe Piero Pintucci che divenne suo storico collaboratore.

La nuova canzone romanesca
Dopo un periodo di inattività a causa del trasferimento a Kinshasa con il marito, il diplomatico Giancarlo Riccio, Ferri rientrò a Roma continuando a esibirsi, oltre al Bagaglino, nei club come il Folkstudio e il mitico Piper dove conobbe Patty Pravo. Nel 1969 provò a partecipare a Sanremo con Se tu ragazzo mio: nonostante l’accoppiata con Stevie Wonder venne eliminata al primo turno, fu il suo primo e ultimo festival. Successivamente Ferri cercò di dare vita a una nuova canzone romanesca, sempre legata alla tradizione. Emblematiche in questo senso sono Sor fregnone, scritta da Ferri su una musica di Vittorio Nocenzi (il tastierista del Banco del Mutuo Soccorso), e Sinnò me moro, canzone scritta nel 1961 dal regista Pietro Germi su musica di Carlo Rustichelli per il film Un maledetto imbroglio e cantata dalla figlia di Rustichelli, Alida Chelli.

Il successo di Dove sta Zazà e le trasmissioni tv
Col tempo Ferri costruì sulle canzoni veri e propri numeri. Indimenticabile la sua Dove sta Zazà?. Negli Anni 70 si moltiplicarono le sue apparizioni in tv – lei stessa fu protagonista di due varietà – Dove sta Zazà e Mazzabubù – entrambi diretti da Antonello Falqui e scritti da Pier Francesco Pingitore, al fianco di comici come Enrico Montesano e Pippo Franco. Dopo l’esperienza televisiva di Giochiamo al varieté, sempre di Falqui, e l’incisione di un disco con alcune canzoni scritte per lei da Paolo Conte (Gabriella, nel 1981, con la celebre Vamp), Ferri si trasferì negli Usa per dedicarsi solo alla musica. Rientrata nel 1986, l’anno successivo incise la sigla del varietà Biberon, in cui appariva ancora accanto agli amici del Bagaglino. Le sue due ultime uscite pubbliche furono nel 1996 al Premio Tenco di Sanremo dove si esibì accompagnata dal chitarrista della Piccola Orchestra Avion Travel Fausto Mesolella, e nel luglio del 1997 con un concerto a Villa Celimontana a Roma. A causa della depressione che la tormentava da anni decise di ritirarsi dalle scene. Uniche eccezioni le ospitate nei programmi di Pino Strabioli e in Buona Domenica di Maurizio Costanzo.
Tag43 la ricorda dandovi il buongiorno con Te Possino Dà Tante Cortellate.