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I leader del G20 alla fontana di Trevi: i desiderata di Draghi e il monumento tra monetine e cinema

La seconda giornata del G20 di Roma si è aperta con una passeggiata dei leader nel centro della Capitale e con una sosta al celebre monumento entrato anche nella storia del cinema.

31 Ottobre 2021 12:1231 Ottobre 2021 12:29 Redazione
il lancio della moneta alla fontana di trevi dei leader del G20

Centro storico di Roma blindato domenica 31 ottobre per la passeggiata dei grandi del mondo nella Capitale per il G20. Passeggiata conclusa con la visita alla Fontana di Trevi, ripulita e addobbata a festa per l’occasione con una moquette azzurra sui gradini della piccola scalinata. Ad accogliere all’inizio della discesa i leader due carabinieri in alta uniforme. Quindi il tradizionale lancio della monetina da un euro con tanto di foto di gruppo. Subito dopo il ritorno alla Nuvola, all’Eur, per proseguire i lavori del Summit che prevedono l’intervento del principe Carlo d’Inghilterra, subito prima della seconda sessione del Climate Change and Environment. Ieri invece all’ordine del giorno l’accordo sulla tassazione globale alle multinazionali e l’impegno alla condivisione delle dosi di vaccini contro il Covid con i Paesi a basso reddito.

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Il rito del lancio della monetina nella Fontana di Trevi

Il rito del lancio della monetina – tradizione di origine incerta – nasce dalla leggenda secondo cui per essere certi di rimettere piedi nella Città Eterna occorre lanciare una moneta nella vasca di spalle girandosi subito dopo per cercare di scorgerla prima che scompaia in acqua.  Secondo un’altra versione invece chi lancia la moneta può esprimere un desiderio.

I desiderata di Mario Draghi 

Ma quali potrebbero essere i desideri espressi dai Grandi? Certamente Draghi, in accordo con l’Ue, cercherà di vincolare i leader del G20 – da remoto partecipano i due più grandi “inquinatori”, Russia e Cina – a raggiungere la neutralità climatica e contenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi come deciso a Parigi entro il 2050. A breve  termine invece si punterà a ridurre  del 30 per cento delle emissioni dovute al metano entro il 2030. In agenda anche l’introduzione di una tassa per i guadagni delle multinazionali che a partire dal 2023 dovrebbe portare 150 miliardi di dollari l’anno, tassa che Bruxelles vorrebbe introdurre entro il 2021.

Nella fontana di Trevi ogni anno finisce 1 milione di euro in monete

Tornando al celebre monumento, quante monete finiscono nella fontana di Trevi? In epoca pre-pandemia (l’area della fontana di Trevi è stata chiusa per alcuni periodi per evitare assembramenti, l’ultimo nel maggio 2021) si parlava di una media di 3 mila euro al giorno, per oltre un milione l’anno destinati alla Caritas. Nel gennaio 2019 la proposta di devolvere l’intera somma al Comune di Roma per finanziare progetti sociali e culturali scatenò una bufera. Tanto che l’allora sindaca di Roma Virginia Raggi all’Osservatore Romano assicurò che la destinazione del denaro non sarebbe cambiata. «Il denaro raccolto nella Fontana di Trevi a Roma resterà alla Caritas diocesana», dichiarò Raggi. «Anzi anche le monete raccolte nelle altre fontane della Capitale saranno destinate all’organismo caritativo diocesano, per un totale approssimativo di 200 mila euro aggiuntivi. […] Garantisco io, in prima persona, che non verrà mai meno il contributo di questa amministrazione». Già nell’ottobre 2015, quando a capo dell’amministrazione capitolina c’era ancora Ignazio Marino, si era pensato di utilizzare quei soldi per sanare buchi di bilancio e coprire altre spese pubbliche.

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La fontana di Trevi nel cinema: da La Dolce Vita a Totòtruffa

La più celebre delle fontane romane non poteva essere immortalata in film che hanno fatto la storia. Se il debutto è in Tre soldi nella fontana del 1954 diretto da Jean Negulesco, sicuramente la scena più famosa girata nella fontana è quella della Dolce Vita di Fellini (1960) con Anita Ekberg che si tuffa nella vasca e invita Marcello Mastroianni a seguirla.

 

In Risate di gioia di Mario Monicelli, Lello (Ben Gazzara) tenta di convincere il turista statunitense ubriaco (Fred Clark) a fare il bagno nella fontana per derubarlo. Mentre in Totòtruffa 62, film del 1961 di Camillo Mastrocinque, Totò vende la fontana a uno sprovveduto turista, fingendo di esserne il legittimo proprietario.

Infine in C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola, si vede una scena notturna rappresentante il set de La dolce vita. Federico Fellini e Marcello Mastroianni si prestarono a due camei in cui interpretavano la parte di se stessi nel film kult di 14 anni prima.

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