La seconda e ultima giornata del G20 di Roma – summit che passa idealmente il testimone alla COP 26 di Glasgow – termina in chiaroscuro.
G20: carbon neutrality entro “metà secolo”, scompare la dicitura 2050
Da un lato i grandi hanno trovato un’intesa sul tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale – «Restiamo impegnati all’obiettivo degli accordi di Parigi di mantenere l’aumento del temperatura media globale ben al di sotto dei due gradi e di perseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali», si legge nella bozza del documento finale del summit – dall’altro sulla tempistica del raggiungimento delle emissioni zero la dichiarazione finale fa riferimento a “metà del secolo”. Manca dunque la dicitura “2050“, un compromesso raggiunto dagli sherpa dopo ore di trattative davanti al muro posto da Cina, Russia, India e Arabia Saudita che insistevano sul 2060. «Il 2050 non è un numero magico, se questa è l’ambizione dell’Ue, altri Paesi hanno altre ambizioni», ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in riferimento alla scadenza per l’obiettivo carbon neutrality. «La Russia cercherà di raggiungerla entro il 2060». Lavrov ha quindi fatto notare che la scadenza del 2050 era stata concordata in ambito G7, gruppo di cui non fa parte la Russia. Dunque, ha precisato, «non è stato elegante né rispettoso degli altri Paesi del G20», presentarlo in questa occasione.
G20: stop ai finanziamenti pubblici a nuove centrali a carbone entro il 2021 e fondo green
I Paesi del G20 hanno deciso di bloccare entro l’anno i finanziamenti pubblici a nuove centrali a carbone ed è stato confermato il fondo per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella transizione ecologica impegnandosi a «intraprendere ulteriori azioni» sul clima «in questo decennio». «Sono lieto di annunciare che l’Italia triplicherà l’impegno finanziario a 1,4 miliardi l’anno per i prossimi 5 anni» per il fondo green sul clima, ha detto il premier Draghi chiudendo il G20. «In questo vertice abbiamo fatto sì che i nostri sogni siano ancora vivi ma adesso dobbiamo accertarci di trasformarli in fatti». E ha aggiunto: «Voglio ringraziare gli attivisti che ci mantengono sulla rotta giusta.Molti dicono che sono stanchi del bla bla, io credo che questo summit sia stato pieno di sostanza».
G20, vaccinazione anti-Covid per i Paesi in via di sviluppo
Passi avanti anche per quanto riguarda la prevenzione al Covid. Per avanzare verso gli obiettivi di vaccinare almeno il 40 per cento della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e il 70 per cento entro la metà del 2022, i leader prenderanno «iniziative per contribuire ad aumentare la fornitura di vaccini e prodotti e strumenti medici essenziali nei Paesi in via di sviluppo e rimuovere i relativi vincoli di approvvigionamento e finanziamento». Lo si legge nel documento finale del summit, in cui si aggiunge che i grandi rafforzeranno «le strategie per sostenere la ricerca e lo sviluppo, nonché per garantire la loro produzione e distribuzione rapida ed equa in tutto il mondo».