È in programma per oggi alle 15 l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, morto lunedì mattina all’ospedale San Raffaele di Milano. I funerali di Stato, che spettano di diritto a Presidenti ed ex Presidenti di organi costituzionali, saranno celebrati nel Duomo di Milano dall’arcivescovo Mario Delpini. Non è la prima volta che la cattedrale meneghina ospita esequie statali: era già successo per le vittime della strage di Piazza Fontana ma anche per personalità della letteratura e dello spettacolo come Eugenio Montale e Mike Bongiorno.
I funerali di Stato nel Duomo di Milano
Il 15 dicembre 1969 migliaia di persone si radunarono dentro la cattedrale, sul sagrato e in tutta la piazza per salutare le 17 persone che morirono nella «madre di tutte le stragi», l’attentato terroristico presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura situata in Piazza Fontana. Per le vittime vennero disposti i funerali di Stato così come accadde, dieci anni dopo, per il magistrato Emilio Alessandrini, assassinato il 29 gennaio 1979 da un commando di Prima linea.
Nel 1981 la cattedrale ha ospitato un nuovo rito funebre, quello del poeta e scrittore Eugenio Montale. Premio Nobel per la letteratura, senatore a vita nonché Cavaliere e Grande ufficiale della Repubblica italiana, morì il 12 settembre all’età di 84 anni. Seguono altre vittime del terrorismo il 27 luglio 1993, quando il Duomo venne scelto per celebrare i funerali di Stato dei tre Vigili del Fuoco e dell’agente della Polizia municipale morti nell’esplosione di una bomba davanti al Padiglione di arte contemporanea in via Palestro.
Quindi, nel 2009, l’addio solenne a due personaggi della cultura italiana, vale a dire il conduttore televisivo Mike Bongiorno e la poetessa e Dama di commenda dell’ordine al merito della Repubblica Alda Merini. L’ultimo funerale di Stato in Duomo risale al 2015, di nuovo per omaggiare le vittime di una morte violenta. Il 15 aprile vennero infatti celebrate le esequie del giudice Fernando Ciampi e dell’avvocato Lorenzo Claris Appiani, uccisi la mattina del 9 aprile all’interno del Palazzo di giustizia di Milano da un imprenditore sotto processo per bancarotta.