Se nel giornalismo ci sono le cinque “W”, l’economia circolare è caratterizzata da cinque “R”: Ridurre, Riutilizzare, Riparare, Riciclare, Rigenerare. Tutto si riusa e niente si spreca: è questo il mantra seguito dal Gruppo FS Italiane guidato dall’Ad Gianfranco Battisti. Ferrovie ha infatti realizzato il primo prototipo europeo di recupero di energia elettrica prodotta dalla frenata dei treni. Un progetto pensato per le linee a 3kVcc che, alimentate da più di 400 sottostazioni, costituiscono la maggior parte (95%) dei circa 12 mila chilometri di rete ferroviaria elettrificata in Italia. Il nuovo sistema è stato messo a punto nella stazione di Forlì sulla linea Bologna-Rimini e sarà inaugurato entro l’estate.

I treni a trazione elettrica offrono la possibilità di sfruttare l’energia prodotta in fase di frenatura e di impiegarla per altri convogli presenti sulla linea o in altri modi. Il Frecciarossa 1000, ad esempio, restituisce in media il 15% dell’energia prelevata. Sulle linee a 3kVcc, essendo le sottostazioni non reversibili, si può recuperare l’energia di frenatura solo se sono presenti altri treni in tratta. In loro assenza, l’energia creata viene dissipata sui reostati di bordo. Attrezzando la già citata Bologna-Rimini con dieci impianti (su 110 km), sarà possibile accumulare una quantità di energia sufficiente ad alimentare per un anno interi quartieri o paesi situati in prossimità della ferrovia.
Il treno è già di per sé un mezzo green, che incide per meno del 3% sulle emissioni complessive di gas serra dei trasporti in Europa, sebbene muova il 17% delle merci interne e l’8% dei passeggeri. Ma tutto fa sostenibilità. E ce n’è davvero bisogno: secondo l’Agenzia Ambientale Europea, il consumo pro-capite di energia è tre volte superiore rispetto a quello dei nostri antenati nel 1900, mentre il consumo di materiali è raddoppiato. Con questo ritmo, entro il 2050 avremo bisogno delle risorse di tre pianeti. Diventa fondamentale, pertanto, l’adozione di un modello di economia circolare, diverso da quello lineare cui siamo abituati a pensare (prendi-produci-smaltisci). Si tratta di una strada, o meglio di un binario, intrapreso con decisione da FS e perseguito con best practice come la produzione di pietrisco ecologico per i binari, ricavato dagli scarti di acciaio, e la rigenerazione delle sabbie silicee, materia utilizzata per gli stampi dei deviatoi. Insomma, l’economia circola in treno, senza biglietto, e va bene così.