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Frode fiscale, inchiesta su Brt e Geodis: sequestrati 102 milioni

Dopo Dhl e Gls, è toccato ai due colossi francesi finire al centro delle indagini. Sono in totale sette le persone indagate oltre alle due società. 

14 Dicembre 2022 14:46 Debora Faravelli
Brt e Geodis, controllate dallo stato francese, sono finite sotto indagine per il loro sistema di gestione della manodopera.

La Guardia di Finanza, su ordine del pm Paolo Storari, ha sequestrato a Brt (ex Bartolini) e Geodis 102 milioni di euro (44 alla prima e il resto alla seconda). I due colossi francesi specializzati in consegne sono finiti al centro di un’inchiesta che li vede indagati per frode fiscale e indebita compensazione di crediti inesistenti (solo Geodis) in relazione al sistema di gestione della manodopera. Indagato inoltre l’imprenditore Antonio Suma, ritenuto elemento di coordinamento tra le due società e soggetto che ha fornito manodopera attraverso consorzi di cooperative intermediarie.

Inchiesta su Brt e Geodis per frode fiscale

Nel decreto firmato dal pubblico ministero si legge che la frode in esame si caratterizza, in particolare, per la ricorrenza e l’elevato ammontare degli omessi versamenti Iva a carico delle società serbatoio. Tra le accuse c’è anche quella di aver simulato contratti d’appalto invece che contratti di somministrazione di manodopera, cosa che ha comportato ingentissimi danni all’erario. Sono in totale sette le persone indagate oltre alle due società che sono entrambe controllate dallo stato francese.

Geodis (Getty Images)

Le indagini su consorzi e cooperative che gestiscono la manodopera del settore

Gli investigatori sono concentrati sul sistema che vede i grandi operatori avvalersi di consorzi e cooperative che gestiscono la manodopera del settore: società piccole che spesso dichiarano bancarotta con un travaso di lavoratori ad una nuova società creata ad hoc. Un meccanismo che ha come prima e diretta conseguenza l’evasione dei contributi e delle tasse.

Logistica (Getty Images)

«Un fenomeno caratterizzato dalla presenza di soggetti giuridici costituiti nella forma di cooperative, di consorzi o di società di capitali, che presentano un’ingente forza lavoro e che fungono da meri serbatoi di manodopera», si legge ancora nelle disposizioni di Storari. Se prima le inchieste erano svolte sugli amministratori delle cooperative e dei consorzi, ora la procura punta ai committenti, ovvero le grandi multinazionali che si avvalgono questi servizi.

 

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