Ad Asti scoppia la polemica a causa di un comunicato della sezione locale di Fratelli d’Italia. I politici del partito di Giorgia Meloni hanno organizzato un’azione solidale, mettendo a disposizione la propria sede per chiunque volesse donare indumenti o beni di prima necessità. Il problema è sorto, però, con una specifica precisa. Nelle poche righe si legge che si vogliono aiutare «le famiglie italiane, del nostro territorio». Sui social è subito montata la polemica, ma si è attivato anche il Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti, che ha evidenziato la scorrettezza.

Il comunicato di FdI Asti genera polemiche
Nel comunicato di Fratelli d’Italia Asti si leggeva: «Ci mettiamo a disposizione e mettiamo a disposizione la nostra Sede, per chiunque volesse donare indumenti, giocattoli e pannolini per le famiglie italiane, del nostro territorio, che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese con l’obiettivo di essere al fianco dei più bisognosi». Le poche righe fanno da corredo alla campagna, dal titolo «Natale solidale Siamo Tutti Fratelli». A diffonderlo è stata la consigliera comunale Carlotta Accomasso. Nella nota si legge: «La generosità e il cuore degli astigiani è sicuramente grande, per questo auspichiamo che tante persone aderiscano anche a questa nuova raccolta straordinaria. I beni donati aiuteranno famiglie, disoccupati e pensionati. Fratelli d’Italia Asti si occuperà, poi, di consegnare quanto raccolto in forma privata, direttamente alle famiglie bisognose del territorio e alle parrocchie del Comune cittadino che sapranno come e a chi distribuire i beni raccolti».

FdI si difende: «Iniziativa non provocatoria né discriminatoria»
Decine i commenti sui social e sulle pagine dei media che hanno riportato la notizia. Fratelli d’Italia si è così difeso dagli attacchi: «La nostra iniziativa non è né provocatoria né discriminatoria, bensì ha l’obiettivo di aiutare i nostri connazionali più deboli e dimenticati, le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, e, proviamo, nel nostro piccolo, ad aiutare con azioni concrete i cittadini in difficoltà che stanno soffrendo». Anche il coordinatore provinciale Luigi Giacomini, intervenuto su La Stampa, abbassa i toni: «L’idea non è quella di discriminare nessuno, anzi. L’iniziativa è rivolta a chi è tracciato all’anagrafe, indipendentemente dall’origine o dall’etnia. Cioè a quella fascia di persone che non rientra nella definizione di profughi, una categoria che è già aiutata da tante associazioni».