Da ieri, 17 dicembre, i fans di tutto il mondo di Frank Zappa hanno un motivo in più per gioire: per festeggiare i 50 anni (compiuti lo scorso 4 ottobre) di 200 Motels – doppio album musicale realizzato dal geniale musicista e compositore di Baltimora, e colonna sonora dell’omonimo film scritto e diretto dallo stesso Zappa e dal regista Tony Palmer – Zappa Records, Universal e MGM hanno lanciato sul mercato un’edizione Super Deluxe dell’opera. Lo speciale cofanetto (la cui pubblicazione era originariamente prevista per lo scorso 10 novembre) comprende sei cd contenenti, oltre alla versione rimasterizzata dell’originale, molto materiale inedito e raro, ripescato nello sterminato archivio zappiano, tra cui demo, brani e scene e dialoghi scartati, interviste dell’epoca, versioni dei brani con arrangiamenti alternativi e molto altro.
Nell’edizione deluxe di 200 Motels anche un libro di 64 pagine
A impreziosire la speciale edizione anche un libro di 64 pagine, con testi accompagnatori firmati da Pamela Des Barres (scrittrice statunitense, una delle groupie più iconiche degli anni Sessanta e Settanta), Ruth Underwood (straordinaria percussionista, per lunghi anni presenza imprescindibile nelle Mothers of Invention di Zappa) e Joe Travers, batterista, da molti anni impegnato per la Zappa Records, con grande scrupolo filologico, nell’organizzazione, rimasterizzazione e pubblicazione postuma dell’immensa produzione zappiana, seguendo in gran parte la programmazione già stabilita dal musicista prima della sua prematura scomparsa (era il 4 dicembre 1993). Non mancano poi, per la gioia dei fan più feticisti, un portachiavi, un cartello con la scritta «Do Not Disturb» e una copia del manifesto del film a grandezza originaria. La colonna sonora è uscita anche in versione di doppio vinile e doppio cd, mentre il film viene riproposto sulle principali piattaforme di streaming.

Basso budget, alto risultato
Nato in origine come pura opera musicale, eseguita per la prima – e fino alla realizzazione del film unica – volta il 15 maggio 1970 presso l’UCLA dalla Los Angeles Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Metha, il 200 Motels cinematografico fu girato, interamente in video e poi copiato su pellicola 35mm, in soli dieci giorni, con un budget complessivo di 650mila dollari. Mentre il regista fu costretto a realizzare la sceneggiatura con pochissimi giorni di preavviso, sulla base dei singoli testi scritti da Zappa. E sempre per contenere il budget, la colonna sonora venne registrata in una sola settimana, costringendo a ritmi forsennati sia la London Symphony Orchestra, diretta da Elgar Howarth, sia le Mothers di Zappa (Ian Underwood, Aynsley Dunbar, George Duke, Jimmy Carl Black, Martin Lickert, Jim Pons, Howard Kaylan e Mark Volman). La registrazione delle parti orchestrali avvenne presso i famosi Pinewood Studios, mentre le incisioni della band furono realizzate grazie al noleggio di uno studio mobile di registrazione, di proprietà dei Rolling Stones, trasportato direttamente negli studi cinematografici. A dispetto di questi tempi stretti, 200 Motels è un’opera di straordinario respiro musicale, capace di mischiare e armonizzare ardite parti sinfoniche e vero e proprio virtuosismo rock. Non sono da meno le continue invenzioni vocali e, soprattutto, le esplosive miscele testuali, con continui ed espliciti riferimenti sessuali e feroci critiche alla società statunitense dell’epoca.
Il bizzarro universo di Frank Zappa
Zappa riversò in 200 Motels tutto il suo folle e geniale mondo, musicale e non solo. Teoricamente, la trama del film – basata su fatti raccolti da Zappa in poco meno di sei anni (1965-1970) di tour con due diverse formazioni delle Mothers of Invention – descrive la vita di una rock band e di come un tour possa “rendere pazzo” un musicista. Dico teoricamente perché in 200 Motels c’è di tutto e di più: grandi star della musica (Keith Moon, nei panni di una suora, Ringo Starr, truccato da controfigura di Zappa, l’attore austriaco/americano Theodore Bikel e molti altri), una quasi ubriacante miriade di personaggi, e situazioni ingarbugliate e sconnesse, volutamente ridondanti, kitsch, effetti speciali, atmosfere psichedeliche e coloratissime, una sequela sorprendente di bizzarrie, dagli amplessi con un aspirapolvere industriale alle pozioni fumanti che trasformano in mostri chi le ingerisce, da alcuni nudi a spot a cartoni animati sull’igiene orale (protagonista un Paperino dalle fattezze e dallo sguardo un po’ perversi), dai Mothers che si scannano per la groupie più interessante agli orchestrali rinchiusi in un vero e proprio campo di concentramento (con tanto di baracche, torrette per le guardie e recinto di filo spinato) a una sorta di processione religiosa dove tutti gli attori/cantanti intonano un coro intitolato Penis Dimension («Le cose vanno già abbastanza male, senza che le dimensioni del tuo pene aggravino ancor di più i problemi del mondo!…»).

Pervertiti mezzi sordi
E poi c’è la musica, una spettacolare alternanza, come detto, di parti sinfoniche e rock. Mai come in 200 Motels, Zappa riesce a tradurre in fotogrammi una metodologia di composizione musicale del tutto unica e particolare. I riferimenti sono soprattutto a We’re Only in it For The Money (pubblicato nel 1968); un continuo salto di stili, di ritmi, con accelerazioni e giustapposizioni, riavvolgimenti di sonorità contrastanti, l’esasperazione di riff o, al contrario, il loro “spacchettamento” in temi effettati e assurdi. Il tutto accompagnato da un costante e irrefrenabile gusto della provocazione, della satira, della comicità, dello sbeffeggio. Con brani che diverranno un must nelle performance live di Zappa per il ventennio successivo, da Magic Fingers a Daddy, Daddy, Daddy, da Lonsome Cowboy Burt a She Painted Up Her Face a Strictly Genteel.
I Mothers of Invention, «pervertiti mezzi sordi»
«Quelli tra voi che non sopportano i Mothers e hanno sempre pensato che noi non siamo altro che un mucchio di pervertiti mezzi sordi, sappiano che 200 Motels confermerà i loro peggiori sospetti». Così recitava il promo pubblicitario della prima proiezione del film, avvenuta il 29 ottobre 1970 al Doheny Plaza di Beverly Hills. E forse – a una prima impressione – l’opera poteva anche essere vissuta così. Ma se si supera la iniziale sensazione di disorientamento di fronte a una vera e propria apoteosi di anarchia filmica, agli antipodi delle più tradizionali e classiche regole cinematografiche, e si accetta la sfida delle sonorità molto spesso provocatorie, 200 Motels finisce per appassionare, perché, nel bene e nel male, rappresenta una testimonianza non solo sincera e appassionata di una precisa epoca storica e sociale, ma soprattutto uno stimolante e inebriante viaggio in un universo musicale unico e irripetibile, come solo Frank Zappa ci ha saputo regalare.