Francia: la parabola discendente di Zemmour e l’incognita Legislative

Redazione
02/05/2022

Dopo il mezzo flop alle Presidenziali, l'ex polemista pare essersi eclissato. Marine Le Pen ha chiuso a ogni alleanza alle Legislative e per un partito neonato senza radicamento territoriale la sfida è tutta in salita. Tanto che sentendo odore di sconfitta, né il leader né big come Marion Maréchal potrebbero candidarsi all'Assemblea Nazionale.

Francia: la parabola discendente di Zemmour e l’incognita Legislative

Doveva sottrarre a Marine Le Pen lo scettro dell’estrema destra e invece è quasi scomparso dalle scene. Dopo il 7 per cento raccolto al primo turno delle Presidenziali, Éric Zemmour si è eclissato. E con lui anche l’altra star di Reconquête Marion Maréchal, la nipote della leader di Rassemblement National passata al ‘nemico’. Né lei, attualmente vicepresidente del partito, né l’ex polemista probabilmente si candideranno per un seggio all’Assemblea Nazionale alle Legislative che si terranno il 12 e il 19 giugno. Di certo Zemmour non ha giocato bene le sue carte. Subito dopo il primo turno ha criticato Le Pen notando come il suo fosse stato l’ottavo fallimento della famiglia alle Presidenziali. Non una falsità, certo. Ma nemmeno una mossa politicamente strategica. Rassemblement National si è legata il commento al dito cogliendo la palla al balzo per chiudere ogni tipo di possibile alleanza alle prossime elezioni.

Zemmour, una bolla che si è sgonfiata?

Sebbene per un partito neonato il 7 per cento sia un risultato dignitoso, soprattutto se confrontato al flop dei partiti tradizionali – con la repubblicana Valérie Pécresse ferma al 4,7 per cento e la socialista Anne Hidalgo all’1,7 – è lontanissimo dai sondaggi che durante la campagna elettorale davano Zemmour al 16 o 17 per cento, tanto che secondo alcuni commentatori sarebbe stato lui lo sfidante di Emmanuel Macron al ballottaggio. Niente di più lontano dalla realtà. Reconquête ora rischia addirittura di polverizzarsi alle urne, anche finanziariamente. Quasi impossibile per il neo movimento portare un risultato accettabile, soprattutto se corre in solitaria. Dopo l’affronto a Le Pen, infatti, gli appelli di Zemmour e Maréchal per un fronte dei patrioti e una fusione delle destre sono caduti nel vuoto. La bolla di Zemmour si è sgonfiata? Presto per dirlo con certezza. I media che prima corteggiavano l’ex polemista, esaurito l’effetto novità si sono raffreddati. I suoi eccessi, le sue boutade xenofobe e razziste alla fine non sono riusciti ad attirare il ‘voto utile’ che, se a sinistra e tra i repubblicani ha premiato Macron, a destra si è espresso in favore del Rassemblement National. Anche se poi riuscisse a essere eletto, Zemmour molto probabilmente rimarrebbe il disturbatore che è sempre stato. La temuta zemourizzazione della politica francese si candida così a diventare una parentesi dell’ultima campagna presidenziale.

che fine ha fatto Zemmour dopo le presidenziali
Éric Zemmopur con marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen e vicepresidente di Reconquête (Getty Images).

Dubbi sulla candidatura del leader e dei big alle Legislative

La corsa alle Legislative senza un radicamento locale sarà doppiamente dura. Ancora non si sa se il leader scenderà in campo o meno, anche se c’è già chi scommette in una ritirata. All’interno del partito si teme il fiasco tanto che nessuna delle figure di spicco sarebbe disposta a candidarsi. A eccezione di Stanislas Rigault, 22enne presidente del movimento Generazione Z e volto mediatico di Reconquête – che potrebbe avere addirittura l’appoggio diretto o indiretto di Le Pen – gli altri big, da Guillaume Peltier (ex numero 2 dei Repubblicani) a Maréchal non scalpitano per affrontare le urne, tutt’altro.