Non si ferma l’ormai secolare crociata della Francia contro la contaminazione della lingua e l’influenza degli idiomi stranieri. Il bersaglio dei puristi, stavolta, è il gergo tecnico utilizzato nel settore dei videogiochi, notoriamente zeppo di anglicismi. Un codice che, da lunedì 30 maggio, il ministero della Cultura ha completamente riformato, vietando i lemmi anglofoni e sostituendoli, nella maggior parte dei casi, con traduzioni francesi letterali e, ove impossibile, con perifrasi che ricordano l’accezione originale.
Perché la Francia ha bandito l’uso di termini inglesi nel settore del gaming
Così, per fare riferimento ai giocatori professionisti, a Parigi e dintorni non si potrà più utilizzare ‘pro-gamer’ ma ‘joueur professionnel’, mentre gli streamer, ragazzi e ragazze che intrattengono la propria community online, in genere su Twitch, con giochi come Minecraft, Fortnite e League of Legends, diventeranno ‘joueur-animateur en direct’. Un passaggio che, a detta del governo, è stato necessario per evitare che «l’abuso di termini appartenenti alla lingua inglese potesse diventare un ostacolo alla comprensione di determinati concetti per i non addetti ai lavori».

Ma non è tutto: nella direttiva pubblicata sulla gazzetta ufficiale ed entrata in vigore con effetto immediato, figurano anche nuove traslitterazioni per i concetti di ‘cloud gaming’, trasformato in ‘jeu video en nuage’ e riferito a una sorta di servizio in streaming che trasmette il videogame sui dispositivi dei vari utenti coinvolti, che prendono parte alle dinamiche da remoto tramite un cloud e, soprattutto, di ‘eSports’, l’espressione adoperata per indicare le competizioni agonistiche e tradotta in francese con ‘jeu video de competition’. «Gli studiosi hanno scandagliato siti web e riviste specializzate per capire quali fossero i lemmi da rivedere, se esistessero già corrispondenze poco utilizzate tra le due lingue e quali, invece, fossero le definizioni da pensare ex novo», ha spiegato il ministro in un’intervista ad AFP, «l’idea di base, in ogni caso, era quella di permettere alle persone di comunicare facilmente ed eliminare qualsiasi rischio di fraintendimento».

Gli sforzi del Paese per preservare la lingua
L’operazione che ha coinvolto l’universo del gaming è soltanto una delle tante iniziative organizzate, negli anni, dalla Francia per tutelare il proprio linguaggio e salvaguardarlo da un degrado che, agli occhi dei membri dell’Académie Française, è strettamente legato alla diffusione dell’inglese nel mondo ma non è così inevitabile come si crede. Nel 2020, ad esempio, la Commissione per l’arricchimento della lingua francese ha pubblicato una lista di termini alternativi da utilizzare per non cercare altrove quello che si poteva tranquillamente dire col lessico nativo. Ed ecco, dunque, che ‘clickbait’ veniva sostituito con ‘piège à clics’ e ‘podcast’ con ‘audio à la demande’.