La Cassazione francese ha rigettato il ricorso del procuratore generale presso la Corte d’appello di Parigi per l’estradizione dei 10 ex terroristi rossi, tra cui alcuni ex brigatisti. Per i 10, fra i quali l’ex esponente di Lotta Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, e le ex Br Marina Petrella e Roberta Cappelli, il tribunale francese aveva già negato, il 29 giugno dello scorso anno, l’estradizione chiesta dall’Italia. Dopo il rifiuto, motivato dal rispetto della vita privata e familiare e dal diritto a un processo equo, come garantito dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, Emmanuel Macron aveva dichiarato che «quelle persone, coinvolte in reati di sangue», meritavano «di essere giudicate in Italia». Da qui il ricorso alla Cassazione presentato dal procuratore generale della Corte d’appello di Parigi Rémy Heitz, in rappresentanza del governo, per appurare se gli ex terroristi avrebbero avuto un nuovo processo in patria. Heitz aveva anche contestato la presunta violazione della vita privata e familiare degli imputati. Finisce così una vicenda partita due anni fa con l’arresto degli ex terroristi italiani nell’ambito dell’operazione Ombre rosse. Il no della Corte d’appello alle estradizioni verso l’Italia, ha concluso la Cassazione, è quindi «definitivo».

La svolta di Macron e il ricorso del procuratore di Parigi alla Cassazione
Gli imputati, di età compresa tra i 62 e i 79 anni, erano già stati condannati in Italia a misure severe tra cui anche l’ergastolo ma si erano avvalsi della cosiddetta dottrina Mitterand, il presidente francese che tra il 1981 e il 1995 aveva impedito le estradizioni dei militanti che avessero tagliato i ponti con il loro passato. Nella primavera del 2021, però, Macron d’intesa con Mario Draghi, aveva deciso di dare il via libera alle richieste dell’Italia. I magistrati al tempo avevano espresso parere sfavorevole in base agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nonostante questo Macron aveva insistito affinché i 10 italiani fossero processati in Italia. Il procuratore di Parigi così presentò ricorso alla Corte di Cassazione, fatto abbastanza irrituale tanto che la difesa aveva denunciato un «accanimento» e una «deviazione dallo Stato di diritto».
Nordio: Prendiamo atto della decisione della Francia
«Prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione francese, che in piena autonomia ha deciso di negare l’estradizione in Italia di 10 ex terroristi condannati in via definitiva per gravissimi reati compiuti negli anni di piombo», ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «L’Italia ha fatto tutto quanto era in suo potere, perché fosse rimosso l’ostacolo politico che per decenni ha impedito alla magistratura francese di valutare le nostre richieste».