Francia, sulle Alpi una stazione sciistica totalmente sostenibile

Fabrizio Grasso
17/02/2022

Niente motoslitte e grande impiego di energia idroelettrica e solare. L'esperimento vincente di Serre Chevalier, comprensorio delle Alpi francesi che punta alla sostenibilità.

Francia, sulle Alpi una stazione sciistica totalmente sostenibile

A causa del cambiamento climatico, molte aree alpine potrebbero diventare inadatte agli sport invernali entro 50 anni. È il caso anche di Serre Chevalier, stazione sciistica nei pressi di Briançon, nelle Alpi francesi. Per questo, sfruttando anche i blocchi dovuti alla pandemia, la gestione ha deciso di velocizzare la transizione energetica, puntando su pannelli solari e impianti idroelettrici ed eolici. Per questo ha detto anche addio alle motoslitte a gasolio, puntando su escursioni a cavallo e in ciaspole, realizzando un vero paradiso ecosostenibile.

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La stazione sciistica sfrutta tutto ciò che la natura offre ogni giorno

Come riporta il Guardian, organizzare una settimana bianca non è un hobby propriamente green. Dai mezzi per raggiungere le montagne – tra cui aerei per voli a corto raggio e treni – agli spostamenti in auto, già il solo viaggio comporta pesanti emissioni. Non va meglio una volta arrivati. Per realizzare impianti e resort è necessario tagliare alberi. Non solo: l’alimentazione a gasolio di seggiovie, funivie e cannoni artificiali sono importanti agenti inquinanti. La stazione di Serre Chevalier rappresenta un’alternativa. Qui nel 2021 si sarebbero dovuti festeggiare i primi 80 anni del complesso, ma la pandemia ha bloccato ogni iniziativa. Patrick Arnaud, gestore dell’impianto, ha però colto la palla al balzo sfruttando le chiusure per rinnovare la struttura.

Niente motoslitte, solo energia idroelettrica e solare. In Francia sorge Serre Chevalier, stazione sciistica che punta alla sostenibilità.
Uno ski lift di Serre Chevalier, in Francia (Foto di Loic Venance/ AFP via Getty Images)

Il gestore ha deciso di puntare alla produzione del 30 per cento di energia elettrica con fonti rinnovabili entro il 2023. «Tutti dicevano che eravamo matti», ha detto al Guardian. «Ora però siamo sulla buona strada e potremmo persino migliorare le previsioni». Serre Chevalier è un paradiso climatico, dato che può contare su 300 giorni di sole all’anno, vento in abbondanza e corsi d’acqua nelle vicinanze. Questi ultimi, già fonte di alimentazione per i cannoni di neve artificiale, sono stati utilizzati per produrre energia idroelettrica all’intero impianto. A oggi, generano l’80 per cento del fabbisogno della stazione sciistica, distribuendo energia laddove è maggiormente necessario. Lucenti pannelli solari alimentano invece le seggiovie, mentre le turbine eoliche danno vita agli ascensori.

Le opzioni a impatto zero, dallo ski joëring alle zipline

A Serre Chevalier tutto è improntato all’ecosostenibilità. Nel ristorante Trinquet des Boussardes, il proprietario e chef Nicolas Boutard cucina prodotti freschi, stagionali e a chilometro zero senza sprechi. Le verdure provengono da coltivazioni locali delle Hautes-Alpes, i funghi dai negozi biologici di Briançon. Stesso discorso per le attività alternative allo sci, che hanno deciso di eliminare le emissioni inquinanti. Al posto delle escursioni in motoslitta, Arnaud ha deciso di puntare su ciaspole e ski joëring che consiste nel farsi trainare sugli sci da un cavallo al trotto. Un’istruttrice apposita, Fanny, aiuta i turisti a prendere confidenza con i cavalli prima di organizzare una spedizione lungo il percorso ghiacciato delle Alpi francesi. In alcuni periodi dell’anno, soprattutto i più freddi, è possibile anche degustare fondute di formaggio locale in speciali igloo.

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Per gli amanti degli sport estremi, nella stazione sciistica c’è anche una zipline lunga poco più di un chilometro per sorvolare a grande velocità le rocce e la vegetazione. Spazio al relax invece nelle sorgenti termali naturali, dove è possibile gustare un aperitivo ammirando lo skyline delle vette alpine. «Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un cambiamento», ha concluso Arnaud. «Non lo facciamo per Chevalier, ma per il pianeta. Se tutti seguissero il nostro impegno, potremmo cambiare il mondo».