Giorgia Meloni ha piazzato Francesco Tufarelli al Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro che tutti volevano abolire, Matteo Renzi in testa, «visto il parere favorevole del presidente Tiziano Treu». Che ha detto: «La nomina del consigliere Tufarelli è un segnale importante del governo verso il Cnel e il suo ruolo costituzionale di consulenza alle Camere e al governo e di raccordo tra le parti sociali che sarà strategico nei prossimi mesi per l’azione dell’esecutivo e, in particolare, per l’attuazione del Pnrr. Ringrazio il presidente Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano». Come i democristiani di lungo corso, Tufarelli vanta un curriculum chilometrico: dal 2020 era direttore generale dell’Ufficio per il Coordinamento delle politiche dell’Unione europea del Dipartimento per le Politiche europee della presidenza del Consiglio dei ministri. Ma in passato Tufarelli a Palazzo Chigi è stato d.g. dell’Ufficio per le politiche urbane e della montagna, la modernizzazione istituzionale e l’attività internazionale delle autonomie regionali e locali e direttore generale dello Sport.

Dal 2001 al 2006 ha ricoperto l’incarico di capo ufficio di gabinetto del ministro delle Politiche comunitarie e del ministro per i Beni culturali e dal 2011 al 2013, capo di gabinetto del ministro per gli Affari europei. Nel periodo tra i due incarichi ha ricoperto il ruolo di direttore public affairs di Sky Italia. In precedenza è stato consigliere giuridico di diversi ministri, segretario della commissione per la Garanzia dell’Informazione statistica e capo dell’Ufficio legislativo dell’Agenzia per il Giubileo del 2000. È stato, inoltre, componente della delegazione italiana negli ultimi due semestri di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. È stato anche segretario generale dell’Automobile club d’Italia. Oltre a occupare stabilmente uno dei tavolini della Galleria Alberto Sordi.
Caschi e scudi anti-sommossa per Nordio
Al ministero della Giustizia, dove a capo c’è Carlo Nordio, sanno che la situazione nelle carceri è esplosiva: così, ecco due nuovissimi acquisti di 8.500 caschi protettivi e altrettanti «scudi protettivi rettangolari anti-sommossa e da ordine pubblico» per il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Per i caschi, messi sul tavolo quasi 1,8 milioni di euro, per gli scudi 2 milioni.

Marchese Ragona, tra Vaticano e cinema
Fabio Marchese Ragona è il vaticanista di Mediaset, il giornalista che ha intervistato papa Francesco per il Tg5, facendo infuriare Monica Maggioni, direttore del Tg1 Rai, che con l’attuale pontefice non vanta ottimi rapporti. Pochi sanno che «il milanese di Canicattì» (così lo chiamano a Cologno Monzese: è nato nel capoluogo lombardo ma è cresciuto nella Sicilia della sua famiglia) ha una grande passione, il cinema. E scrive una rubrica, molto interessante, per Best Movie, intitolata “C’era una volta… L’arte di dipingere il cinema”. Da consigliare il testo che ha dedicato al mitico maestro cartellonista Renato Casaro per La storia fantastica, un cult del genere fantasy. Dove Marchese Ragona sottolinea che «nonostante nel cast fosse presente anche un volto noto come Peter Falk che interpretava il nonno», Casaro «si dedicò esclusivamente ai personaggi che i bambini avrebbero amato».

Westwood, un bacione a Firenze
Addio a Vivienne Westwood, la stilista inglese scomparsa a Londra all’età di 81 anni. Una delle sue ultime apparizioni era stata a Firenze, 14 mesi fa, quando ricevette un premio per la lunga carriera alla Fortezza da Basso il 26 ottobre 2021, nell’ambito della “XIII Florence Biennale. Mostra internazionale di arte contemporanea e design”. A consegnarle il “Premio Leonardo da Vinci” alla carriera per il design, il direttore generale della manifestazione, Jacopo Celona.

Motori, la Adreani si occupa di Dacia
Si è sempre occupata di Ferrari, Lamborghini e Maserati: Carlotta Adreani, nella sua rubrica dedicata ai motori sul Tg5, ha sempre messo in prima fila i grandi marchi delle quattro ruote. Oggi, venerdì 30 dicembre, la sorpresa: tanto spazio alla Dacia, e ai suoi successi commerciali. Può succedere, sì, anche a Carlotta, figlia del potentissimo Giuliano, classe 1942, l’uomo che per Silvio Berlusconi ha guidato per tanti anni Publitalia ’80 e poi Mediaset, prima di Pier Silvio.
