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Francesco Palaia, chi è il boss andato a recuperare la droga sul camion del Ponte Morandi

L’uomo è cognato di Umberto Bellocco e nipote del patriarca della Sacra Corona Unita

15 Dicembre 2022 17:44 Claudio Vittozzi
Francesco Palaia è il boss che avrebbe voluto recuperare la droga sul camion crollato insieme al Ponte Morandi.

Francesco Palaia è l’uomo dietro al tentato recupero del camion pieno di droga precipitato insieme al Ponte Morandi a Genova. L’uomo, chiamato «Italiani» è cognato di Umberto Bellocco a sua volta nipote del patriarca della Sacra Corona Unita.

Francesco Palaia è il boss che avrebbe voluto recuperare la droga sul camion crollato insieme al Ponte Morandi.
Soccorritori del Ponte Morandi (Getty Images)

Chi è il boss Francesco Palaia 

Francesco Palaia, alias «Italiani», è il cognato di Umberto Bellocco, di 39 anni, boss della Cosca Bellocco. L’uomo è anche nipote di Umberto Bellocco classe 1931, il patriarca che nel carcere di Bari, diede vita alla Sacra Corona Unita. Palaia è stato arrestato mercoledì dai carabinieri nell’ambito dell’operazione «Blu notte» diretta dall’antimafia di Reggio Calabria.

L’uomo è stato arrestato nonostante fosse ai domiciliari per una precedente inchiesta sulle estorsioni commesse nei lavori al porto di Gioia Tauro. Infatti, Palaia riceveva in casa ‘ndranghetisti di fazioni diverse e studiava le modalità illecite per prelevare denaro dai commercianti e imprenditori della zona. Insomma, si tratta di un uomo di riferimento della ‘Ndrangheta, che aveva diversi contatti e che ora stava progettando come recuperare il carico di hashish crollato insieme al Ponte Morandi.

Francesco Palaia è il boss che avrebbe voluto recuperare la droga sul camion crollato insieme al Ponte Morandi.
Ponte Morandi crollato (Getty Images)

In quali attività è implicato

«Italiani» aveva anche la possibilità di prendere qualche decisione. Violando i domiciliari, si presentava spesso nei cantieri, o a casa di imprenditori e con la «sola presenza o anche il cambiamento del tono della voce», riusciva a spaventarli. Si presentava come un finto «amministratore delegato» di una società per azioni che garantiva la sicurezza e le attività delle imprese, con offerte vantaggiose e prezzi favorevoli: così celava la richiesta del «pizzo».

Il fattore sorprendente di chi ha captato le intercettazioni e le «ambientali» è stato il consenso da parte dei soggetti minacciati che sembrava fossero stati alleggeriti, con la sola presenza di Francesco Palaia. Infatti, sembra che le vittime siano «felici» di essere visitate da Palaia e a volte erano loro a recarsi in casa sua, mentre era ai domiciliari.

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