Dalle ospitate televisive al ruolo di consulente al ministero della Cultura, passando per l’attività di editore, di giornalista, ma anche di libraio, da paladino del sovranismo, il passo è breve. Almeno questo vale per Francesco Giubilei, il golden boy mediatico della destra, abile a passare da uno studio all’altro, che sia Agorà su Rai3 o Piazzapulita su La7, e che ora ha annunciato sui social una nuova esperienza lavorativa: quella di collaboratore al Mic al fianco di Gennaro Sangiuliano. Un premio che si sarebbe guadagnato per il ruolo di avvocato difensore del centrodestra in ogni angolo di discussione politica, social e televisiva, nel solco di quanto avvenuto a un altro intellettuale d’area, Alessandro Giuli, approdato alla presidenza del Maxxi.

Tra gli autori della sua casa editrice: Alemanno, Sofo e Becchi
Giubilei, romagnolo di 30 anni, ha conservato il radicamento nella regione natia, ma ha dimostrato di sapersi muovere molto bene tra talk show e Palazzi del potere romano, piazzando i totem tradizionali della destra italiana. I primi passi nel mondo culturale conservatore tratteggiano l’immagine di un predestinato: ad appena 16 anni ha fondato il magazine online Historica, che a 18 anni si è trasformato in una casa editrice a tutto tondo, grazie al vincente sodalizio stretto con Giorgio Regnani, imprenditore modenese del settore alimentare, principalmente nel campo della produzione dell’aceto balsamico. Con il suo sostegno economico ha così condito il progetto del baby Giubilei, che ha iniziato con le pubblicazioni della sua società. Nel 2013 la coppia ha deciso di raddoppiare, dando vita a un altro marchio editoriale: la Giubilei-Regnani che si è unita così alla precedente Historica. Tra gli autori figurano, manco a dirlo, nomi del mondo di destra, tra cui Gianni Alemanno, che ha dato alle stampe il libro Sovranismo, ma anche dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo, che ha scritto Sovranismo: un’occasione per l’Europa e di Paolo Becchi, autore di Ripensare il sovranismo. E al coro si è unito Giubilei in persona, mandando anche di recente in libreria con la sua casa editrice, il saggio Sovranità energetica.
La Fondazione Tatarella e il movimento Nazione futura
Un tema ricorrente, quello del sovranismo, insomma, in mezzo a una serie di altri testi, tra cui una spruzzata di liberalismo con Benedetto Croce e riflessioni dagli Anni di piombo all’immigrazione. Così tra una presentazione e l’altra, Giubilei ha avviato nel 2017 l’esperienza di libraio, inaugurando la libreria Cultora, prima a Milano e poi a Roma. La prima ha chiuso nel 2020, la seconda – come recita la pagina Facebook – è in fase di cambio locali. Ma da due anni non risulta alcuna attività, almeno sui social. Mentre tentava di radicarsi come libraio, è stato nominato presidente della Fondazione Tatarella, fondata per ricordare una delle personalità storiche della destra. Non contento, l’enfant prodige dell’editoria conservatrice ha creato il movimento Nazione futura con «l’obiettivo di favorire il dibattito politico-culturale e l’aggregazione di varie anime della società civile accomunate da valori e ideali comuni per migliorare l’Italia attraverso idee e proposte concrete». Un think tank per consolidare la sua posizione e incrementare la visibilità, che gli è stata garantita anche dalla collaborazione con il Giornale per cui non si occupa esclusivamente di cultura, ma dispensa opinioni, concentrandosi anche su economia ed energia.

Contante, Valditara, omofobia e sicurezza: sempre a difendere la destra
Le battaglie sono tuttavia ben piantate a destra: mai una critica, mai un’alzata di sopracciglio verso i comportamenti dei partiti della sua area politica. Una delle ultime uscite è stata a difesa del contante che «ha un valore culturale» ed «è uno strumento concreto, tangibile, materiale». Quindi, l’innalzamento del tetto per l’uso del contante è «sinonimo di libertà» perché dà la «possibilità a ogni persona di scegliere come poter disporre dei propri soldi». Come se il pagamento con moneta elettronica obbligasse a non gestire i soldi a proprio piacimento. C’è agli atti la strenua difesa del governo Meloni, e nel caso specifico del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dopo la lettera inviata agli studenti per ricordare la caduta del Muro di Berlino. Rivolgendosi alla sinistra, responsabile di aver registrato l’anomalia (e la smemoratezza sulla Notte dei cristalli), Giubilei ha sentenziato: «Sono nostalgici dell’Unione Sovietica». E ancora, nel propugnare le idee conservatrici, ha individuato un nuovo bersaglio: gli studenti universitari di sinistra. «I collettivi hanno annunciato una mobilitazione a La Sapienza il 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate», ha twittato, testuale, maiuscole incluse. E, manco a dirlo, si è posto a difensore della scelta di Meloni sul definirsi «signor presidente del Consiglio». Giubilei ha poi puntato il dito contro chi, come Pier Luigi Bersani, ha chiesto di togliere la foto di Benito Mussolini dalla sede del ministero dello Sviluppo economico: «La richiesta di togliere la foto di Mussolini al Mise è l’emblema della cancel culture», altro mantra del destrorso contemporaneo. E, nel solco della tesi dominante della destra, ha negato «un’emergenza omofobia», durante un’accesa discussione a Controcorrente su Rete4, «semmai», è il Giubilei-pensiero «esiste un problema di sicurezza nelle nostre città. Sempre più pericolose». Ora, chissà, se tornerà la sicurezza. Di sicuro lui tornerà in tivù. Con una nuova veste, anzi un ulteriore ruolo.