Europarlamentare ma da anni fervente sostenitrice della fine dell’euro attraverso l’associazione Eurexit. Con un passato alquanto eclettico, tra la professione di avvocato, l’attività imprenditoriale e di account manager, fino allo sbarco a Strasburgo con la Lega. Partito da cui oggi se ne è andata.
Da mesi, Francesca Donato è instancabile pretoriana social della galassia No-Vax e, di conseguenza, diventata paladina No-Pass. Tanto che, nella foga, ha finito per paragonare la campagna vaccinale al nazismo. La «vaccinazione rende liberi», aveva twittato citando la macabra scritta posta all’ingresso di Auschwitz “Arbeit macht frei”. Non solo. Pochi giorni fa, il 5 settembre, aveva sbeffeggiato la famiglia del medico di Castelvetrano morto di Covid anche se vaccinato con doppia dose, che invitava comunque tutti a immunizzarsi. Un appello che Donato aveva definito credibile «quanto una barzelletta». Davanti alla risposta della figlia del medico («non si vergogna a speculare su un morto?») e all’indignazione generale Donato aveva cancellato il tweet e chiesto scusa: «Ero scettica rispetto al fatto che nel momento del lutto ci teneste a consigliare il vaccino a tutti. Mi scuso se comunque l’ho offesa e le porgo le mie sincere condoglianze». Parlando però di polemica pretestuosa.
L’addio alla Lega in polemica con le posizioni filogovernative di Giorgetti
Resta agli atti che Donato, alias Lady Onorato (come ama definirsi, anche sui social, visto il matrimonio con l’imprenditore siciliano, Angelo Onorato) ha deciso di lasciare la Lega proprio in dissenso con la linea del partito sul Green Pass. Troppo cedevole di fronte alle posizioni filogovernative del ministro Giancarlo Giorgetti. Tanto da paventare l’ipotesi di una scissione. Del resto, appena qualche giorno fa, scriveva su Twitter: «Quelli che oggi gongolano e si vantano di aver raggiunto l’obiettivo di aver approvato la legge più fascista e ignobile dal dopoguerra, un giorno non lontano saranno guardati col disprezzo e il ribrezzo che meritano, anche dagli stessi stolti che li hanno sostenuti #greenpass».
Quelli che oggi gongolano e si vantano di aver raggiunto l’obiettivo di aver approvato la legge più fascista e ignobile dal dopoguerra, un giorno non lontano saranno guardati col disprezzo e il ribrezzo che meritano, anche dagli stessi stolti che li hanno sostenuti #greenpass
— Francesca Donato (@ladyonorato) September 16, 2021
Insomma, sfruttando anche la sua mediaticità, alimentata da anni di ospitate nei talk show, oggi Donato apre una nuova crepa nel Carroccio. E dire che il suo percorso, inizialmente, appariva tutt’altro che politico. Donato, nata ad Ancona nel 1969, si è diplomata al liceo linguistico Santa Caterina da Siena di Venezia-Mestre. Poi ha studiato Giurisprudenza all’Università di Modena. Fino al 2012 ha svolto l’attività di avvocato presso il Foro di Padova, poi presso quello di Palermo dove si era nel 1999, dopo il matrimonio con l’imprenditore del mondo del design Angelo Onorato.
L’avvicinamento al Carroccio nel 2013 grazie a Borghi
Ma come è arrivata Lady Onorato al Carroccio? Il suo avvicinamento risale al 2013, ai tempi del Matteo Salvini “no euro”, quando il leader leghista scriveva sui social: «Via dalla gabbia dell’euro, moneta criminale».
L’anello di congiunzione tra Donato e il Carroccio è stato Claudio Borghi, attuale deputato, che da economista propugnava le tesi critiche nei confronti della moneta unica e dell’Unione europea, insieme al collega senatore Alberto Bagnai. Nel 2013, infatti, Donato aveva fondato l’associazione Eurexit, che già nel nome aveva la sua ragione sociale. Nel manifesto viene spiegato che «è bene essere preparati, conoscendo a fondo pro e contro di ogni scelta, per poter decidere se agire autonomamente, riprendendo il controllo della moneta e delle leve economiche e fiscali e abbandonare l’eurozona, o quali altre opzioni percorrere». Spiegano fonti interne a Tag43: «Donato rappresenta quegli anni di no-euro duro e puro, la fase d’oro di Borghi prima e di Bagnai, che hanno visto Salvini protagonista del rilancio leghista».

L’elezione nel 2018 all’Europarlamento con la Lega per Salvini Premier
Con le tesi euroscettiche, per non dire euro-contrarie, e la benedizione dell’ala Borghi, Donato si è candidata alle Europee (circoscrizione nord-orientale) del 2014. Ma in quell’occasione la missione è fallita: con 4.426 preferenze Lady Onorato non è stata eletta. Così nel 2016 ha dovuto “accontentarsi” – ironia della sorte – di lavorare in viale Strasburgo, a Palermo, come account manager di negozi di arredi sanitari, rivestimenti e oggettistica. L’anno successivo il salto di qualità con la guida della start-up di progettazione e design industriale della Desigea srl, società di progettazione e design industriale, con la quale – racconta lei stessa sul suo sito – «ho condotto un laboratorio di ricerca con l’Università di Palermo, dipartimento di Architettura, e un’azienda italiana di sanitari, che ha dato vita ad una mostra tenutasi presso il Reale Albergo delle Povere, dal titolo “Il bagno del futuro”». Un’esperienza, però, archiviata nel dicembre 2018, quando si è avvicinata la campagna elettorale che l’ha portata, con ben 28.460 preferenze nella circoscrizione insulare, all’elezione nell’Europarlamento con la Lega per Salvini Premier. Questo senza mai rinunciare alla presidenza dell’associazione Eurexit e alla battaglia sulla flat tax.
L’ultima trumpiana
Che Donato sia una dura e pura è cosa risaputa. Per esempio, quando il Carroccio si abbassò la mascherina di Donald Trump perché ormai era chiaro a tutti che Joe Biden sarebbe stato il nuovo presidente Usa, lei coerentemente andò dritto per la sua strada: «Abbiamo un nuovo presidente Usa eletto grazie a brogli postali, in Italia una dittatura “soft” che ci massacra economicamente, l’Ue in stallo e deflazione, l’Africa che emigra in Europa e la Cina che si compra tutti. Ma ciò che ci angoscia è il Covid».
Riepilogando: abbiamo un nuovo presidente USA eletto grazie a brogli postali, in Italia una dittatura “soft” che ci massacra economicamente, l’UE in stallo e deflazione, l’Africa che emigra in Europa e la Cina che si compra tutti. Ma ciò che ci angoscia è il Covid.
— Francesca Donato (@ladyonorato) November 7, 2020
Il clacsonflashmob contro il Mes
Sicuramente a Donato lo spirito d’iniziativa non manca. Resta alle cronache il flashmob, o meglio “clacsonflashmob” che lanciò nell’aprile 2020 contro il Mes e il voto dell’Eurogruppo. La leghista chiese ai suoi follower di mettersi in auto a mezzogiorno preciso, in pieno lockdown, suonare per strada. La protesta però fu bruscamente interrotta in diretta Facebook dalla polizia di Mondello. «Mi hanno chiesto il motivo del perché suonassi il clacson», raccontò lei in un secondo video, «mi hanno fatto compilare l’autocertificazione, si sono consultati, anche con la Digos, e poi hanno ritenuto che l’attività politica di un parlamentare sia un motivo legittimo per uscire, quindi nessuna contravvenzione, né verbale».
I consigli per curare il Covid e le discussioni in tv con virologi e immunologi
Assopiti – ma non spenti, gli ardori trumpiani e no euro, Donato ha trovato un nuovo cavallo di battaglia nel no ai vaccini. La sua presenza sui social è tutto un continuo attacco a chi sostiene la necessità di immunizzarsi contro il Covid. Ma una delle vere ossessioni dell’eurodeputata Donato è la fondazione Gimbe. Con frequenza dedica post molto critici verso l’organizzazione bolognese. Senza parlare delle liti televisive con immunologi e virologi. Nel corso delle quali Donato ha dispensato consigli su come evitare e curare il virus. A Di Martedì, su La7, aveva citato con nonchalance «studi che dimostrano l’efficacia delle vitamine e degli integratori», causato la reazione stizzita di Matteo Bassetti. Sempre da Floris aveva poi difeso l’utilizzo dell’ivermectina. In quel caso a risponderle ci aveva pensato la dottoressa Stefania Salmaso: «Ma sta scherzando. Le evidenze sono contrastanti».
Il futuro di Donato in difesa dei «cittadini etichettati come No Vax e discriminati»
Ora che si è chiusa la parentesi leghista, chissà cosa farà Lady Onorato. Passerà a Fratelli d’Italia? Per ora lei dice di no. «Rimarrò fuori da altre collocazioni partitiche per poter svolgere nella massima indipendenza e sotto la mia personale responsabilità il mio ruolo politico in difesa della minoranza degli Italiani oggi etichettati come “no-vax”, gravemente discriminati e attaccati nel nostro Paese», ha detto. Esprimendo però stima per Giorgia Meloni e per la sua lungimiranza nel restare fuori dal governo. Certo è che dalle parti del Carroccio la rimpiangono in pochi, almeno pubblicamente. Il presidente del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga in mattinata aveva solo ribadito che nel partito «non c’è posto per i No Vax». «Fare parte di un partito significa fare gioco di squadra: quando prevalgono i personalismi e le divergenze sono insanabili, bene che le strade si dividano», hanno fatto sapere il capogruppo di Identità e Democrazia al parlamento europeo Marco Zanni e il capodelegazione della Lega Marco Campomenosi da Bruxelles. E il Capitano? «Chi va lo ringrazio, lo saluto e tanti auguri».