Le Fosse Ardeatine e il tabù della destra per le parole nazismo e fascismo

Carlo Ciarri
24/03/2023

Non è solo la Meloni. Nel commemorare l'eccidio delle Fosse Ardeatine, il ministro Sangiuliano parla di martirio e vile rappresaglia (di chi?). Lollobrigida si limita a citare una «mano straniera». La Russa e Rampelli si sforzano e incolpano la furia tedesca. Ma nessuno in Fratelli d'Italia ricorda l'aiuto fascista alla strage.

Le Fosse Ardeatine e il tabù della destra per le parole nazismo e fascismo

Sarà amnesia, dimenticanza, distrazione. Non deve essere facile commemorare la strage delle Fosse Ardeatine senza citare, manco per sbaglio, gli autori di quell’eccidio che ha portato alla morte 335 vittime innocenti. Eppure, in molti a destra sono riusciti a ricordare quell’episodio nel giorno del 79esimo anniversario senza citare mai le parole nazismo o nazisti, né tantomeno fascisti o fascismo.

«Li ho definiti italiani. Mi pare sia onnicomprensivo storicamente»

Di buon mattino è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a intervenire parlando dell’eccidio per mano nazista nella Roma occupata del 1944. La premier ha sottolineato gli autori, le «truppe di occupazione naziste», ma definendo le vittime «italiani», anzi «335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani». Troppo poco per qualcuno. Visto che la maggior parte di quelle vittime furono pescate dalle carceri romane, piene di ebrei, dissidenti e oppositori politici, quindi antifascisti. È scattata quindi la reazione del centrosinistra e dell’Anpi. Tanto che i giornalisti a Bruxelles che seguivano la premier durante il Consiglio europeo hanno dovuto chiedere spiegazioni: «Li ho definiti italiani. Che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Mi pare che sia onnicomprensivo storicamente», ha replicato la premier.

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Giorgia Meloni. (Getty)

L’agguato partigiano in via Rasella il 23 marzo 1944

Quella delle Fosse Ardeatine è stata per molti anni una storia controversa. E inizia in via Rasella, una strada nel centro di Roma, non distante dal Quirinale, quando il 23 marzo 1944 transitò un reparto delle forze d’occupazione tedesche, l’11esima Compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment Bozen. Proprio lì il battaglione fu investito dall’esplosione di un ordigno preparato dal gruppo partigiano dei Gap. Perché è una storia controversa? Perché per molto tempo si credette alla vulgata in base alla quale i tedeschi avrebbero annunciato la rappresaglia e, qualora gli autori dell’azione si fossero consegnati alle forze occupanti, questa sarebbe stata evitata. Racconto poi smentito da rigorose ricostruzioni storiche. E infatti già il giorno dopo l’attacco – via Rasella porta ancora i segni di quei fatti, con le mura dei palazzi crivellati dai colpi sparati dagli altoatesini verso le finestre delle case – l’eccidio era compiuto. Dalle forze naziste, con la complicità dei fascisti che consegnarono le vittime ai tedeschi, prendendole in gran parte dalle carceri della Capitale.

Il racconto di destra secondo il ministro della Cultura

Eppure qualcuno oggi è riuscito a raccontare questa storia, e a commemorarla, senza appunto mai citare gli autori della strage. «L’eccidio perpetrato alle Fosse Ardeatine è una tragedia indelebile della nostra storia e una ferita profonda e viva nel corpo della Nazione. Nostro dovere è quello di ricordare, tramandare e vigilare tutti i giorni perché un martirio come quello patito a Roma, il 24 marzo 1944, dai 335 italiani trucidati in una vile rappresaglia, non accada mai più». Sono per esempio le parole scelte dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, l’uomo scelto da Meloni per superare quella l’egemonia culturale della sinistra e divulgare il nuovo racconto da destra.

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Gennaro Sangiuliano (Getty)

Lollobrigida fa peggio dell’ambasciatore tedesco in Italia

Un altro personaggio molto vicino alla premier, Francesco Lollobrigida che pure, come ha raccontato l’Adnkronos, si è recato in visita privata al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, ha affidato a Twitter questo pensiero: «Piango gli italiani che morirono per mano straniera vittime dell’odio e della guerra. Il loro sacrificio sia da esempio eterno per chi combatte ogni tirannia». Rileggiamo: «per mano straniera». Forse anche solo «tedesca» deve essere sembrato troppo al ministro dell’Agricoltura. Per dire: l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Ebling, ha scritto sullo stesso social che «79 anni fa, alle Fosse Ardeatine, gli occupanti tedeschi uccisero 335 romani senza pietà per nessuno. Davanti alle loro tombe provo dolore e vergogna. Quella atrocità sia un monito per noi: contrastiamo odio e persecuzione, senza se e senza ma, in Europa e nel mondo». Rileggiamo: «Gli occupanti tedeschi».

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Francesco Lollobrigida. (Getty Images)

Almeno Rampelli è riuscito a parlare di occupazione nazista

Per rimanere in casa Fratelli d’Italia c’è però chi supera quello che sembra un tabù ed evita ogni autocensura. «Roma città aperta e città sacra subì l’orrore dell’occupazione nazista con le brutalità dell’eccidio delle Fosse Ardeatine e delle deportazioni di ebrei romani. Un dolore che ogni anno si rinnova nella memoria dei trucidati e della violazione della città sacra e della città aperta. Alle famiglie che hanno perso i loro cari e alla comunità ebraica il solidale abbraccio nell’impegno contro qualunque forma di razzismo, antisemitismo e violenza», ha detto, per esempio, il vicepresidente della Camera e uomo forte di FdI, Fabio Rampelli.

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Fabio Rampelli (Facebook)

La Russa: «Una delle pagine più brutali e vergognose»

Ancora più duro ed esplicito il presidente del Senato Ignazio La Russa che fino a poco tempo fa aveva un busto di Benito Mussolini in casa (dono del padre, ha raccontato, e che ora dopo molte polemiche è stato ceduto alla sorella): «Oggi l’Italia rende omaggio a 335 vite spezzate dalla furia nazista. Ricordare e tramandare la memoria dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è un dovere di tutti perché quanto avvenne il 24 marzo 1944 rappresenta una delle pagine più brutali e vergognose della nostra storia».

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Ignazio La Russa. (Getty)

Colosimo, Trancassini e Antoniozzi sulla follia del nazismo

Anche Chiara Colosimo, altra deputata di FdI, forte nel Lazio e in ascesa nel partito, ha scelto di citare le truppe naziste, come il collega Paolo Trancassini che ha onorato «le vittime innocenti della strage compiuta il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione naziste». Infine, ha provato a mettere una pezza Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia che, come ha ricordato lui stesso, ha una storia da democristiano alle spalle: «Vengo dalla Dc per cui sono fuori da ogni sospetto. Agli amici che vogliono fare polemica sulle Fosse Ardeatine dico che la motivazione fu la follia del nazismo. La rappresaglia era vietata e solo la follia dei nazisti poté dare vita a quell’eccidio. Vi è però da aggiungere che, come dicono ormai tutti i grandi storici di sinistra e come scrisse De Felice, l’azione di via Rasella non fu un atto di guerra. Fare polemiche dopo quel tipo di dichiarazione da parte di Giorgia Meloni significa avere un’idea prevalente che non onora al meglio e in maniera condivisa, come chiesto dal nostro presidente del Consiglio, una giornata del genere». A pensarci bene non manca molto al 25 aprile. Chissà da cosa ci saremo liberati. Prepariamoci a una nuova ondata di dichiarazioni “edulcorate”…