Una corsa a due, con in prima fila Paolo Barelli e Sestino Giacomoni, aperta agli outsider, per conquistare il ruolo di capogruppo alla Camera di Forza Italia. Un’occasione per pesarsi internamente – tra la corrente filoleghista che sostiene l’idea di federazione del centrodestra e quella moderata che preferisce conservare l’autonomia del partito – arrivata al termine delle esultanze elettorali. Una cosa è certa: sarà una scelta che indicherà la futura direzione degli azzurri, nel caso in cui si dovesse parlare di federazione. Se non è una resa dei conti, è qualcosa che le assomiglia.
Forza Italia in cerca dell’erede di Roberto Occhiuto
In Fi sono terminati i brindisi per la vittoria di Roberto Occhiuto alle Regionali in Calabria, accolto nei giorni scorsi a Montecitorio in pompa magna (il ministro Renato Brunetta ha voluto farsi immortalare con Occhiuto nel cortile fuori dal Transatlantico). Ora viene il momento di fare i conti, per capire i rapporti di forza. Il motivo? Bisogna eleggere l’erede di Occhiuto nel ruolo di presidente dei deputati azzurri, una pattuglia bella nutrita formata dal 77 onorevoli. La decisione è attesa per mercoledì prossimo, quando è stata convocata la riunione del gruppo.
E nell’attesa del mio question time, guarda chi ti incontro nel cortile della Camera? 😍#IlmioPresidente @robertoocchiuto pic.twitter.com/eRZ5gGOL0p
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) October 6, 2021
Giacomoni è sostenuto dall’ala governativa forzista
Al momento nella corsa è dato in vantaggio Giacomoni, attuale presidente della commissione di Vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti. Ma al di là degli incarichi di Palazzo, è la figura preferita dall’ala governativa, incarnata dalle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Giacomoni è visto come una figura di raccordo tra le anime del partito, fedelissimo di Silvio Berlusconi, e draghiano convinto. Non solo. È il candidato che dà maggiori garanzie a Silvio di portare il suo nome al tavolo delle trattative per il Quirinale. Insomma, ben lontano da tentazioni di posizioni eccessivamente filo-leghiste, fedele al principio per cui Forza Italia, fin dal 1994, è il perno del centrodestra. E tale deve restare, anche in virtù dei risultati delle recenti Amministrative.
Barelli, presidente di Federnuoto, ha l’endorsement di Tajani
Dalla parte opposta c’è invece Barelli, presidente della Federnuoto e appoggiato da Antonio Tajani, molto vicino al dirigente sportivo, anche dal punto di vista familiare visto che i due sono consuoceri. L’ex presidente dell’Europarlamento vuole acquisire un maggiore peso nel gruppo, spingendo per un fedelissimo e rappresentando l’anima più aperta alla Lega. Tra i deputati vicini all’attuale coordinatore azzurro ci sono anche Francesco Cannizzaro e Alessandro Battilocchio.

In corsa anche Valentino Valentini e Simone Baldelli
Fin qui i principali favoriti, ma c’è una vasta schiera di terzi incomodi. Su tutti Valentino Valentini, attuale numero due di Occhiuto, e con un cursus honorum da berlusconiano doc. Era al fianco dell’allora presidente del Consiglio nel 2001 come interprete personale e ascoltato consigliere di politica estera. Dalla legislatura successiva è entrato in Parlamento, dove non ha in realtà lasciato il segno, almeno fino alla nomina da vicepresidente vicario che gli ha conferito una maggiore visibilità. Tra i big non ci sono grandi sostenitori, anche se potrebbe rivelarsi decisiva la parola finale di Berlusconi, con cui i rapporti sono ottimi. Tra i nomi che circolano anche quello di Simone Baldelli, già vicepresidente della Camera, e ora vicecapogruppo con delega all’Aula. Profondo conoscitore di Forza Italia, avendo guidato anche l’organizzazione giovanile, ha sempre dimostrato una certa abilità nel dialogo con i colleghi. Il suo nome di certo non dispiace a Renato Brunetta, che lo ha avuto come vice quando l’attuale ministro era presidente dei deputati azzurri. Anche in questo caso, comunque, la lealtà alle posizioni moderate e filogovernative non sono in dubbio.
La quota rosa di Fi punta su Porchietto
Infine c’è la quota rosa che scalpita per riproporre lo schema dei capigruppo donna (al Senato il ruolo è ricoperto da Anna Maria Bernini). La piemontese Claudia Porchietto è nel drappello nutrito degli attuali vicepresidente e potrebbe avere le carte in regola per assumere l’incarico. Ma le manca la spinta forte, non potendo contare sul supporto di big: dovrebbe portare dalla sua parte le ministre Gelmini e Carfagna. Ma chi può essere la sorpresa? Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia, che già prima dell’elezione di Occhiuto era tra i papabili. I buoni uffici con Arcore non mancano, da cui potrebbe giungere la benedizione per cambiare le gerarchie interne. Ma in questo quadro c’è una certezza raccontata da una fonte parlamentare: «Si eviterà un voto lacerante. Anche perché non è nella nostra tradizione…».