Sono i fab four della nuova generazione di Forza Italia, i nomi che beneficiano del gradimento di Marta Fascina, la quasi moglie di Silvio Berlusconi, che ha vegliato al fianco del leader nelle ore più difficili al San Raffaele. Ma tra una veglia e un bollettino medico, la deputata azzurra – assente giustificata a Montecitorio – ha continuato a lavorare per prendere le redini del partito, forte del supporto del Cavaliere. Intorno a sé ha così costruito una rete di fedelissimi, giovani e ambiziosi: dal sottosegretario alle Infrastrutture, Tullio Ferrante, al coordinatore di Fi in Lombardia, Alessandro Sorte, passando per il romano Alessandro Battilocchio, delegato d’Aula alla Camera del gruppo forzista, e il bergamasco Stefano Benigni, leader dei giovani di Forza Italia. Un poker di volti nuovi destinati a emergere nei prossimi mesi.

Ferrante, il compagno di liceo di Fascina atterrato al ministero delle Infrastrutture
Il consigliere numero uno di Fascina, non a caso piazzato sulla poltrona di maggior rilievo, è Ferrante, 34 anni, amico di vecchia data della compagna di Berlusconi. A Portici, paese di oltre 50 mila abitanti in provincia di Napoli, hanno frequentato lo stesso liceo, cementando l’amicizia con l’attivismo politico. Ovviamente con lo sguardo rivolto al berlusconismo. «Organizzavamo i pullman insieme per vedere il presidente», racconta Ferrante ricordando il legame con Fascina. Le strade dei due si sono allontanate con l’università. Ferrante ha scelto la Luiss per gli studi in Giurisprudenza. Fascina, dopo la laurea in Lettere alla Sapienza, è volata a Milano, entrando nello staff di comunicazione del Milan. Lui ha quindi fatto uno stage al ministero della Gioventù, nel 2010, paradossalmente quando la ministra era Giorgia Meloni. Dopo la parentesi nelle Istituzioni, ha proseguito la carriera professionale con il praticantato da notaio allo studio di Valerio Pantano, a Roma, mentre il praticantato di avvocato lo ha svolto a Napoli. Dal 2012 è diventato senior associate della Tonucci&Partners, studio con sede a Roma. Dopo la carriera da legale in diritto civile e societario, nel 2022 è brillata la vecchia stella politica. Ecco l’improvvisa chiamata per la candidatura nelle liste di Forza Italia, dietro pressing di Fascina che ha chiesto al suo Silvio di riservare all’amico di scuola un posto da sottosegretario. Possibilmente non in un ministero secondario, così ha veleggiato verso il ministero delle Infrastrutture.

Sorte, il ritorno e la promozione in Fi dopo la parentesi in Cambiamo!
Ma Ferrante non rappresenta l’unica novità di Forza Italia. Alessandro Sorte, 39 anni, è un altro che ha rapidamente scalato le gerarchie del partito, strappando il ruolo di coordinatore in Lombardia a Licia Ronzulli, facendo dimenticare anche il momentaneo divorzio con gli azzurri. Nel 2018 era stato infatti eletto a Montecitorio con Fi, ma già nel 2019, annunciò il passaggio a Cambiamo!, il progetto di Giovanni Toti. «Quando a ogni elezione perdi la metà dei voti devi rinnovare tutto, idee e classi dirigente, con le primarie», spiegò Sorte in un’intervista al Corriere motivando la scelta dopo una militanza avviata praticamente dall’adolescenza. Non a caso era stato consigliere comunale a Brignano Gera d’Adda, nella Bergamasca, trampolino di lancio per l’approdo al consigliere regionale in Lombardia. «C’erano state aperture ma poi Berlusconi ha detto no», aggiunse Sorte, «questa è la pietra tombale di un’esperienza politica di cui sono fiero, ma che non ha il coraggio di guardare in faccia la realtà». La pietra tombale è stata però rimossa, tanto che dopo un lungo pellegrinaggio tra varie componenti alla Camera, Sorte è rientrato in Forza Italia nel 2021. Giusto il tempo per condannare alla damnatio memoriae il passaggio con Toti e ottenere una ricandidatura in Fi nel 2022, in un posto blindato in un collegio uninominale in Lombardia. Il giovane bergamasco, laureato in economia, ha saputo riposizionarsi alla svelta, conquistandosi la fiducia di Fascina. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: Sorte è stato il padrone di casa della convention del partito a Milano, nello scorso fine settimana.

Battilocchio, la formazione socialista e l’avvicinamento a Tajani
Tra i fab four spicca il più anziano – si fa per dire – del drappello: il romano Alessandro Battilocchio, 46 anni, con una formazione politica da socialista. Il suo mentore politico è stato l’ex ministro del Psi, Gianni De Michelis, quando all’inizio degli anni Duemila cercò invano di riformare un partito socialista unitario. Proprio con il nuovo Psi, Battilocchio è entrato, nel 2004 ad appena 27 anni, nell’Europarlamento. Sembrava un predestinato e invece gli anni successivi sono stati avari di gioie politiche. Nel 2009 Battilocchio si è spostato a sinistra, con i socialisti che aderirono a Sinistra e libertà, fallendo il ritorno a Strasburgo. Mancato pure il tentativo nel 2010 di entrare in consiglio regionale del Lazio: candidato ancora con il Nuovo Psi, a sostegno di Renata Polverini, l’attuale deputato è finito tra i non eletti con poco più di 8 mila preferenze all’attivo. Nel 2014 è andata male la terza candidatura all’Europarlamento, questa volta nelle liste di Forza Italia. La sequenza di sconfitte si è arrestata nel 2018, quando è stato candidato alle Politiche nel collegio uninominale di Civitavecchia e ha sconfitto gli avversari del Movimento 5 stelle (Paolo Mastrandrea) e del centrosinistra (Emma Fattorini) con il 40 per cento dei voti. Montecitorio si è trasformato nell’avamposto per la risalita. Nei corridoi istituzionali ha consolidato il rapporto con Antonio Tajani, che in quegli anni era all’Europarlamento, e con il capogruppo, Paolo Barelli, uomo di fiducia del ministro degli Esteri a Roma. Così Battilocchio è diventato delegato d’Aula nella nuova legislatura, con il compito di garantire compattezza al gruppo forzista.

Benigni, il capo degli azzurrini diventato tesoriere del gruppo alla Camera
A completare il quadro c’è Stefano Benigni, 35 anni, e leader della giovanile di Forza Italia. Nel 2013, da giovanissimo, è stato candidato alla Camera, senza essere eletto, ma si è riscattato l’anno successivo ottenendo il seggio comunale a Bergamo, la città che lo ha lanciato alla ribalta. Nel 2015 è stato nominato segretario cittadino, puntando lo sguardo all’appuntamento elettorale del 2018. Ha centrato così l’elezione con la vittoria nel collegio uninominale della città. Negli anni ha conosciuto Fascina, diventando suo amico, frequentando costantemente Arcore. Oggi è tra gli azzurri considerati nelle grazie di Berlusconi. Un percorso che lo ha portato a diventare tesoriere del gruppo di Forza Italia alla Camera. Insomma, i magnifici quattro del cerchio Fascina hanno tutti portato a casa qualcosa. Ma non sono intenzionati ad accontentarsi.
