Il governo Meloni ha da poco superato il traguardo dei suoi primi 100 giorni di vita, ma gli equilibri interni continuano a essere visibilmente precari. Si soffre in maggioranza e a patire è soprattutto Forza Italia. È nel partito di Silvio Berlusconi, infatti, che si avverte il travaglio maggiore. Che poi altro non è che la paura di finire schiacciati a destra, insieme con la consapevolezza di avere le mani legate: nessuno tra gli azzurri è infatti sfiorato minimamente dall’idea di far saltare il banco e rischiare di lasciare spazio di manovra al Terzo polo, il vero incubo forzista. E così, almeno per ora, dentro il fortino del Cav è tutto un ‘vorrei, ma non posso’, un tirare il sasso e nascondere la mano.
La smentita su Moratti e l’incubo di essere fagocitati dal Terzo polo
L’ammissione di Berlusconi che in Lombardia avrebbe preferito Letizia Moratti, come riportato da Repubblica, è stata smentita dal partito con una velocità che ricorda davvero altri tempi: si tratta di un articolo «privo di fondamento», si sono affrettati a chiarire gli azzurri. Mai come questa volta però la smentita ha una sua ragion d’essere, come racconta a Tag43 una fonte interna a Fi «la linea è sempre stata quella di appoggiare Fontana in Lombardia. Anzi il presidente Berlusconi ha detto più volte che chi avesse avuto idee diverse poteva togliere il disturbo. D’altronde, qui non si tratta solo di tener fede ai patti che il centrodestra stringe sempre in occasione degli appuntamenti elettorali, ma anche e soprattutto di fare il nostro d’interesse: Moratti significa Renzi e Calenda. E Forza Italia non ha alcuna intenzione di lasciare campo libero al Terzo polo, il centro siamo noi». Ecco, appunto, la vera sofferenza.

L’imbarazzo malcelato per l’affaire Delmastro-Donzelli
Per tacere dell’affaire Delmastro-Donzelli. Che abbia provocato imbarazzo e nervosismo tra gli azzurri è evidente. Lo confermano le parole nette pronunciate dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè che ha dato ragione al Pd definendo l’accusa rivolta dal vicepresidente del Copasir «sgraziata» e arrivata «alla fine di una correlazione di date, una cosa da non fare». E che dire di Antonio Tajani? Il vicepremier, dalla convention romana per il candidato del centrodestra nel Lazio Francesco Rocca, ha scandito un: «Noi non abbiamo mai alzato i toni» che suona come una netta presa di distanze dalla gestione del caso Cospito da parte di FdI. Il fatto che il ministro degli Esteri abbia pure sottolineato l’impegno per «l’unità del governo e per dare risposte concrete» e che oggi in un’intervista al Corsera abbia insistito sulla necessità di chiudere questa vicenda, però, raccontano anche molto di quanto Forza Italia non abbia via di fuga: ha bisogno, insomma, che questo esecutivo vada avanti per dare ossigeno innanzitutto a se stessa. Un sentire comune al punto da far registrare un asse inedito Tajani-Ronzulli. La capogruppo di Fi al Senato, infatti, intervistata da Repubblica è stata netta: «La gente non capisce mentre vorrebbe vederci lavorare per mantenere gli impegni». Con tanto di appello: «Rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare sulle cose concrete. Questa contrapposizione tra maggioranza e opposizione è sbagliata perché apre una falla, ci rende aggredibili».

Riforma della giustizia e autonomia differenziata: le partite forziste
Certo, il voto di domenica in Lombardia e Lazio sarà uno spartiacque importante. Le percentuali che raggiungerà Fi peseranno sulle mosse future, soprattutto se non arrideranno al partito del Cav, a cominciare da un temuto sorpasso del Terzo Polo. «Vedremo», raccontano fonti azzurre a Tag43, «innanzitutto se la vicenda Delmastro-Donzelli avrà ripercussioni sulle riforme annunciate dal ministro Nordio. È chiaro che su questo fronte non accetteremo marce indietro». Anche l’autonomia differenziata sarà un altro fronte caldo dalle parti degli azzurri: «Non siamo zerbino di nessuno e faremo valere le nostre istanze. Del resto», concludono, «sui balneari lo stiamo già facendo. Anzi, con FdI si sono invertiti i ruoli. Senza dimenticare la battaglia sulle pensioni minime che in vista della prossima manovra andrà avanti senza sconti». «Ma anche senza superare il limite», avverte un esponente berlusconiano. «L’obiettivo per noi rimane sempre rafforzare le condizioni politiche per consolidare il centro». Terzo polo permettendo…