La Fondazione Di Vittorio-Cgil ha presentato il suo rapporto su Salari e occupazione e i numeri mostrati sono i peggiori in Europa. L’analisi parte dal 2019, quando erano circa 5 i milioni di italiani con un salario effettivo inferiore a 10mila euro lordi annui. I numeri odierni parlano di 3 milioni di precari, 2 milioni e 700mila part-time involontari e 2 milioni e 300mila disoccupati ufficiali. Cifre impietose, che naturalmente risentono dell’avvento della pandemia. Nel periodo in questione, infatti, il calo dei salari è del 5,8 per cento, con una perdita di 1.724 euro l’anno, un dato frenato soltanto dal ricorso a cassa integrazione e fondi di solidarietà, che ne hanno dimezzato l’impatto.
I dati sui part-time involontari del rapporto Di Vittorio-Cgil
Grave, inoltre, il confronto con il resto dei paesi dell’Unione Europea se si guarda al numero dei cosiddetti part-time involontari. Si parla di quei lavoratori che quotidianamente lavorano a tempo parziale ma non per scelta. Nel 2020 in Italia gli “involontari” hanno raggiunto la percentuale di 66,2 sul totale dei lavoratori part-time. Una cifra notevolmente superiore alla media europea, che si attesta al 24,7 per cento. All’interno del rapporto è stato sottolineato come ai 2,3 milioni di disoccupati bisogna aggiungere anche un’altra grande fetta della popolazione, composta da chi non cerca più lavoro nonostante ci sia la disponibilità all’impiego. Così si sale a 4 milioni, considerando chi è bloccato per la cura dei figli, gli anziani e chi attende o attendeva di riprendere l’attività pre-Covid.
Le parole di Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione
Il presidente della Fondazione, Fulvio Fammoni, presentando il rapporto ha dichiarato: «Risulta evidente che il tema del lavoro riguarda la quantità di occupazione ma anche tanti aspetti della sua qualità». Fammoni ha inoltre sottolineato che «il problema non può essere semplicemente l’utilizzo totale e tempestivo delle risorse a disposizione, ma come questa situazione straordinariamente favorevole per le quantità di risorse, risolve o meno questi problemi strutturali».