Un uomo solo al comando: Giuseppe Guzzetti. L’anziano banchiere-politico continua a tirare le redini della fondazione Cariplo come se nulla fosse successo. Il tempo si è fermato in via Manin. Eppure, quattro anni fa, Guzzetti si è dimesso dopo oltre 20 anni di dominio assoluto. Certo non si è ricandidato, né ha accettato la presidenza onoraria, ma ha nominato il delfino Giovanni Fosti come suo successore. La sensazione che il patriarca della finanza bianca potesse condizionare il neoeletto era diffusa, ma in pochi pensavano in modo tale da continuare a dettare legge. E senza ascoltare nessuno. Neanche Giovanni Bazoli, presidente onorario di IntesaSanpaolo, con cui ha condiviso tutte le principali scelte della principale banca italiana, di cui Fondazione Cariplo controlla il 5 per cento. Compreso la distribuzione dei lauti dividendi necessari a sostenere le iniziative della Fondazione.

Ora Guzzetti punta su Giovanni Azzone
Ora il nuovo candidato di Guzzetti è Giovanni Azzone, dal 2010 al 2016 rettore del Politecnico di Milano. E l’arzillo nume tutelare delle Fondazioni non vuole sentire ragioni o altre proposte. Anche se il risultato è in bilico. Azzone è in vantaggio nella conta dei consensi, ma tra i 28 consiglieri che a fine aprile indicheranno il successore di Fosti a Palazzo Melzi si sarebbe aperto qualche un ripensamento, al punto che lo scarto con il principale antagonista, Ferruccio Resta, anche lui ex rettore del Politecnico dal 2020 al 2022, sarebbe sotto solo di due-tre voti. Su Azzone pesano alcuni inciampi. Indicato proprio da Guzzetti come presidente della Fondazione di Comunità di Milano nel 2018, non portò a termine il mandato e si dimise anzitempo, a dicembre 2020, nel pieno dell’emergenza pandemica, a seguito di alcune polemiche nell’erogazione dei fondi per la realizzazione dell’ospedale in Fiera e del conseguente dibattito sorto all’interno della stessa fondazione. Dalla fine del 2020 è subentrato alla guida della Fondazione il suo vice, Carlo Marchetti, tutt’ora al vertice. Azzone è stato inoltre indicato dal Comune di Milano quale presidente di Arexpo, la società pubblica proprietaria dei terreni che ospitarono Expo 2015, su cui è in via di realizzazione il più grande polo tecnologico-scientifico italiano. Anche in questo caso si è dimesso prima della fine del mandato. Motivo ufficiale “aver assunto nuovi incarichi professionali”, in verità a causa dei risultati della sua gestione, ritenuti dagli stakeholder insoddisfacenti, con particolare riferimento ai tempi troppo lunghi di rilancio dell’area.

Sala e Fontana scommettono su Resta
Inoltre, sia il governatore della Lombardia Attilio Fontana che il sindaco di Milano Beppe Sala non fanno mistero di preferire Resta, ritenuto più capace e vicino al sistema lombardo. Insomma, Guzzetti è riuscito per la prima volta a mettere d’accordo la destra e la sinistra. Fontana non ha gradito le continue prese di posizione pubbliche del grande vecchio a favore di Pierfrancesco Majorino durante l’ultima campagna elettorale per il Pirellone. A Milano poi si racconta di una vera e propria sfuriata del sindaco Sala contro Fosti, colpevole di aver tirato la volata al professore sbagliato, e cioè Azzone. Come di un clamoroso litigio (clamoroso davvero se si pensa che i due per decenni hanno marciato in sintonia) tra Guzzetti e Bazoli, il quale per la guida della Fondazione Cariplo avrebbe preferito Franco Della Sega, l’economista docente alla Cattolica, da sempre uomo a lui vicino. Se la disputa proseguisse con questa intensità potrebbe emergere una terza candidatura ma è difficile che il testardo dominus della Cariplo cambi idea. Lo scontro fa parte del suo carattere e fare un passo indietro non gli si addice. Sarebbe comunque una sconfitta che sancirebbe, alla soglia degli 89 anni di età, il suo definitivo tramonto.