Il clima preistorico in una foglia

Redazione
24/08/2021

Dai fossili di Gingko è possibile ricostruire la qualità dell'aria durante l'ultima età dei dinosauri. Informazioni utili anche nella lotta al climate change.

Il clima preistorico in una foglia

La storia del clima racchiusa in una foglia. O meglio, nel fossile di una foglia. È l’ultima, affascinante missione di alcuni botanici e geologi americani che hanno analizzato alcuni reperti conservati nello Smithsonian Museum. Queste reliquie vegetali potrebbero infatti essere la chiave per scoprire l’antico clima della Terra e migliorare il nostro futuro. Gli archivi del museo contengono fossili vecchi 100 milioni di anni che raccontano l’evoluzione. A catturare l’attenzione degli scienziati è stata però una piccola foglia di ginkgo, una specie apparsa nell’epoca dei dinosauri e presente ancora oggi. «Costituisce una capsula del tempo davvero unica», ha detto ad Ap News Peter Crane, paleobotanico della Yale University e autore di un manuale dedicato al ginkgo. «È incredibile pensare che questi alberi esistessero ai tempi di T-Rex e triceratopi e siano rimasti immutati per milioni di anni».

Così le foglie rispondono ai “periodi serra”

Uno studio più approfondito di questi fossili potrebbe aiutare nella lotta al cambiamento climatico. La lunga esistenza del ginkgo e l’incredibile conservazione di alcuni suoi fossili possono aiutare gli scienziati a identificare i “periodi serra” attraversati dal nostro Pianeta, uno dei quali verificatosi durante il Cretaceo (fra 100 e 66 milioni di anni fa). «Vogliamo capire come la Terra ha risposto in passato ai cambiamenti climatici su larga scala», ha spiegato Kevin Anchukaitis, ricercatore sul clima presso l’Università dell’Arizona. «Come sono cambiati gli ecosistemi, la chimica degli oceani e il livello del mare e come si sono modificate le foreste». E qui entra in gioco il ginkgo. Analizzando due foglie di questa specie vegetale, una prelevata dagli archivi fossili dello Smithsonian e una staccata direttamente da un esemplare di oggi, si possono infatti notare alcune piccole differenze. Secondo gli scienziati, la causa andrebbe individuata proprio nel clima. Le foglie di ginkgo infatti sono dotate di piccoli pori sul lato inferiore, utili per assorbire il carbonio nell’aria durante il processo di fotosintesi. Quando il carbonio è presente in grandi quantità (come oggi, dove il livello medio globale nell’atmosfera è di 419 parti per milione), i pori diminuiscono, mentre aumentano se i livelli del gas serra sono più bassi. E i fossili hanno proprio certificato questa differenza.

L’obiettivo è creare una stele di Rosetta dell’atmosfera

Per capire più a fondo il clima al tempo dei dinosauri, gli scienziati hanno però bisogno di un decodificatore, una «stele di Rosetta dell’atmosfera». Per questo motivo, Richard Barclay, biologo dello Smithsonian, e il suo assistente Ben Lloyd stanno effettuando uno studio sugli alberi di ginkgo in una foresta del Maryland. Tramite aree recintate con livelli variabili di anidride carbonica, i due esperti stanno cercando di riprodurre epoche naturali passate e potenziali scenari futuri per capire la reazione della vegetazione. «Abbiamo bisogno di termini di confronto», ha concluso Barclay. «Se esperimento e fossili ci daranno risultati simili, allora avremo un’ottima guida su cui basarci».