Flavio Briatore critica aspramente (e inaspettatamente) il governo Meloni sulla gestione dei fondi del PNRR e sugli ultimi provvedimenti adottati che, secondo lui, sono una perdita di tempo.
Gli attacchi di Briatore al Governo
«Ti metti a perdere tempo con il fascismo, via Rasella eccetera. Allora a me viene un dubbio. Che tu non abbia null’altro da fare e da dire». Così ha dichiarato l’imprenditore in una recente intervista al Fatto Quotidiano. «Un uomo del fare non perde tempo con lumache, carne sintetica, eccetera» ha proseguito con riferimento agli argomenti sui quali l’esecutivo ha discusso in questi giorni. Si tratta, in particolare, del provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri che vieta la produzione e l’importazione di cibi sintetici e dei quattro decreti interministeriali, anch’essi approvati, relativi alla vendita di prodotti contenenti farine di insetti.
Per quanto riguarda invece il PNRR, l’imprenditore ha così attaccato l’esecutivo: «Stiamo per fare una ciclopica figura di me*da se, come leggo, rimandiamo indietro i soldi».

E ancora: «Guarda che ti dico: penso che i politici non sappiano cosa sia il lavoro e non per colpa loro ma perché non hanno mai lavorato. Questa è la pura verità. Tutti: destra, sinistra eccetera. Dunque parlano di cose che non interessano per buttare la palla in tribuna».
Non ha nemmeno risparmiato i giovani e il reddito di cittadinanza: «Macché, questi ragazzi hanno uno stile di vita strano, distante, diverso. Accettano di campare con poco (onestamente campano di me*da, diciamocelo) ma non di fare lavori impegnativi per molte ore al giorno e avere un gruzzoletto rispettabile. Vogliono altro».
I ritardi in merito al PNRR
Riuscirà il governo a rispettare le scadenze legate al PNRR? L’approdo definitivo in Aula, dopo la riformulazione, era previsto per domani, martedì 4 aprile, ma slitterà dopo Pasqua perché mancano alcuni emendamenti annunciati dal governo.
Stando all’attuale calendario, però, la settimana post Pasqua (dall’11 al 14 aprile) sarà dedicata in prevalenza ai lavori delle commissioni, fermando il lavoro dell’Aula. Se quindi non ci saranno variazioni del calendario, ci sarà un ulteriore rinvio del decreto al 17 o 18 aprile, con il rischio di tempi molto stretti per l’approvazione finale. Il provvedimento, infatti, dopo il Senato dovrà passare alla Camera e va convertito in legge entro il 25 aprile.