Emilia-Romagna, fiumi fuori luogo e persone fuori luogo
LA POSTA AL CUORE. Una delle mie vite felici mi portò a lavorare in quelle terre care ora sott’acqua. Fra le vigne di Bertinoro avevo casa e avevo famiglia nelle belle facce dei miei amici fra le vie di Cesena. Tre miei studenti tornano a casa per dare una mano. Non sono ancora veterinari sulla carta ma lo sono negli occhi quando mi salutano.
È stata la settimana dei fiumi fuori luogo, delle parole fuori luogo, delle persone fuori luogo (che non son gli sfollati, ma i folli governanti che allineano lacrime farlocche per la tragedia immane a vere lacrime per la squadra del cuore che ha giocato di schifo). Ma anche fuori logo. Quello del ministero dell’Istruzione e del Merito, con due fantasmi dei fasci littori ai lati. Sovente vien male buttarla a ridere. E non c’è manco il cassonetto della differenziata con la scritta ‘ridere’.
Una delle mie vite felici mi portò a lavorare come veterinaria proprio lì, in quelle terre care ora sott’acqua. Fra le vigne di Bertinoro avevo casa e avevo famiglia nelle belle facce dei miei amici fra le vie di Cesena. Piango per ogni singola loro paura e sofferenza e perdita.
Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia: per me il libro è Gli occhiali d’oro di Bassani (nell’edizione Oscar Mondadori del 1970 che era di mio papà e che reca in copertina un particolare di Testa di ragazzo, De Pisis, 1926). Sempre detestato il compleanno, pure da bambina. Ho iniziato a esserne un poco felice dal 2017, quando son stata male, e poi bene, come una borghese piccola piccola.
Tre miei studenti, emiliani e romagnoli, tornano a casa per dare una mano. Non sono ancora veterinari sulla carta ma lo sono negli occhi quando mi salutano.
«Di che generazione sei, tu?». «Di quella generazione che senti “dimissioni di Berlusconi” e capisci “dimissioni di Berlusconi”».
Un tizio, nel vano tentativo d’adularmi, dice eh, le veterinarie femmine son migliori. Le veterinarie maschi non son così male, replico.
Sono stata identificata dalla Digos perché stamani andavo in edicola senza ombrello (Altan ha condizionato tutta la mia vita).
Tutti bardotti col mulo degli altri.
Che gran tristezza, ci han lasciato lui e la sua scrittura sartoriale. Un palindromo: “Sì, mani, trame, Martin Amis”.
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