Un bambino di 9 anni alla scuola La Pira di Firenze è stato lasciato da solo in classe perché non è stato trovato un autobus adatto al suo trasporto per permettergli di andare in gita. L’alunno in questione si chiama Cosimo ed è affetto dalla sindrome di McCune-Albright-Sternberg, chiamata anche sindrome fibrosa poliostosica. La sua classe è stata portata all’istituto Saffi per un progetto riguardante lo stare bene a tavola e i comportamenti da tenere, ma non avendo trovato un bus per disabili, lui è stato costretto a restare lì, da solo, in classe. Non ci stanno i genitori, che hanno attaccato l’istituto parlando di «discriminazione» sulle pagine del Corriere della Sera.
Il padre di Cosimo: «Voglio sapere perché»
«Questo è un atto di vera e propria discriminazione nei confronti di mio figlio», racconta Duccio Massaini, padre di Cosimo, bimbo di 9 anni lasciato in classe mentre i compagni andavano in gita. L’uomo non ci sta e con rabbia chiede risposte: «Inizialmente questa gita sarebbe dovuta essere il giorno dello sciopero, per poi essere spostata al 31 maggio. Venerdì scorso la maestra ha detto a mia moglie che avremmo dovuto portare noi famiglia il bambino direttamente alla struttura, perché la scuola non aveva trovato il pulmino adibito anche alla carrozzina. Purtroppo io ho aperto un’attività da poco e non ho la patente, mia moglie aveva un appuntamento improrogabile, e abbiamo spiegato che non saremmo riusciti a portarlo. Poi però mi sono cascate le braccia, perché il giorno della gita ho accompagnato Cosimo in classe, dove era con la sua maestra di sostegno, e pochi minuti dopo ho visto la sua classe prendere l’autobus di linea alla fermata, e mio figlio era stato lasciato in classe. Tutti i mezzi di trasporto pubblico hanno la pedana per le carrozzine quindi semplicemente la scuola non ha voluto portare Cosimo in gita, e adesso voglio sapere perché, voglio delle risposte».

La risposta della scuola: «Scelta dei genitori»
Immediata la replica del preside dell’istituto, Maurizio Gagliardi. Dopo aver parlato con le insegnanti, infatti, ha raccontato una versione diversa: «Le insegnanti hanno verificato se ci fossero bus e pulmini per disabili a disposizione, il bus c’era, ma i pulmini per disabili no, così le maestre hanno avvisato la famiglia ed è stato concordato che i genitori avrebbero accompagnato personalmente il figlio al Saffi. La mattina però il padre ha portato l’alunno a scuola dicendo che avevano deciso che non sarebbe andato e sarebbe rimasto in classe con l’insegnante di sostegno. L’insegnante di sostegno ha fatto presente che sarebbe stato spiacevole per lui vedere gli altri compagni andare via ma il padre ha replicato che il bambino era d’accordo. Poi invece c’è rimasto male. La soluzione trovata venerdì tra insegnanti e famiglia sembrava mettere d’accordo tutti, invece poi c’è stato un cambiamento nelle decisioni della famiglia. Se le insegnanti avessero saputo che la soluzione trovata non andava bene, avrebbero riprogrammato la gita per una data in cui fossero stati disponibili i mezzi per tutti».

Duccio Massaini ribatte: «Stessi diritti per i bambini»
Il padre di Cosimo, Duccio, ha ribattuto nuovamente: «La scuola non può scaricare sui genitori il compito dell’accompagnamento alla gita, è una questione che devono sapere risolvere autonomamente perché tutti i bambini, indipendentemente dalla disabilità, devono avere gli stessi diritti. La scuola dovrebbe essere il luogo dell’inclusione, e invece questo spiacevole episodio ci dimostra che paradossalmente è avvenuto il contrario».