«Proseguo e proseguirò a completare tutte le vaccinazioni necessarie per me e utili per gli altri. (…) nata e cresciuta in una famiglia che per vari motivi ha iniziato a dubitare dei medici e della medicina tradizionale». Così Madame racconta la sua famiglia dopo le indagini sulla vicenda dei finti vaccini. L’accusa per la cantante è di falso ideologico. Secondo chi indaga, avrebbe ricevuto il Green Pass senza aver effettuato la vaccinazione anti-Covid.
Finti vaccini, Madame parla della sua famiglia
«Mi sono presa del tempo per parlare di qualcosa di molto personale. Ci sono così tante cose da dire che non saprei da dove cominciare ma spero con tutto il cuore che qui troviate tutto» spiega la cantante. Dopo il caso, avrebbe parlato con un infettivologo e questo l’avrebbe poi convinta a fare le vaccinazioni. «Sono nata e cresciuta in una famiglia che per vari motivi ha iniziato a dubitare dei medici e delle misure della medicina tradizionale spingendosi su ricerche alternative. Non giudicherei a priori le scelte di una madre e di un padre innamorati di una figlia perfettamente sana dopo aver subito un aborto qualche anno prima. Anche le cure mediche che ho ricevuto sono quasi sempre (tranne in casi in cui servivano medicine chimiche come antibiotici, antidolorifici o cortisonici) state naturali. Tuttavia, si fa presto a partire dalla ricerca di un’alternativa e finire in un girone infernale di complottismo» precisa.

«Dato che sapevo che quel che dicevano si avviava in una direzione ostinata e contraria rispetto a quello che la scienza esponeva, io decisi di tapparmi le orecchie e di non volerne sapere più nulla né da loro né dalla televisione. Chiesi comunque ad amici e conoscenti cosa ne pensassero di questo vaccino e come immaginavo alcuni si dissero favorevoli e pochi altri meno» continua.
Cosa ha detto
«A un certo punto stavo dunque prenotando un vaccino a Milano quando mia madre mi avvisò che l’avrei fatto con lei a Vicenza. Una volta arrivata a Vicenza capii però che la sua posizione non era cambiata pur non rimproverandola. (…) Successivamente sfruttando la mia convivenza da sola a Milano, sotto il controllo di me medesima soltanto, decisi mossa da buona volontà e ipocondria di sottopormi a varie visite. Ne prenotai una ventina circa, di ogni tipo, anche inutilmente (come hanno detto molti medici da cui sono andata) dato che spesso la risposta fu stata ‘signorina, lei è sana come un pesce’, salvo in alcuni casi, ma qui si entra nella mia condizione di salute e la ritengo una questione intima e privata. Ho chiesto a ogni medico specializzato in ambiti inerenti al Covid un’opinione sui vaccini e la risposta è sempre e comunque stata positiva» aggiunge.

«Un giorno a pranzo in montagna arriva una telefonata dalla questura. Il lunedì mi presento da loro, sono indagata. Questa situazione mi urla in faccia che devo fare una scelta, prendere coraggio e fare la mia ultima mossa. (…) Dopo una lunga chiacchierata con un medico infettivologo e una revisione delle mie ultime visite, lui mi prescrive una serie di vaccinazioni che reputa essenziali. Gli espongo ogni mio dubbio, lui pazientemente lo accoglie, mi risponde con disponibilità e io comprendo. Mi dà il contatto dei suoi colleghi del centro vaccinazioni e proseguo e proseguirò a completare tutte quelle necessarie per me e utili per gli altri. Grazie Dottore» conclude.