Finlandia e Svezia presto nella Nato: perché sono neutrali
L’adesione potrebbe arrivare già in estate, ponendo fine a due storiche dottrine scandinave della neutralità.
Finlandia e Svezia sono vicinissime all’ingresso nella Nato. Secondo il Times, i due Stati scandinavi entreranno a far parte dell’Alleanza Atlantica già questa estate: attaccando l’Ucraina, «la Russia ha commesso un enorme errore strategico», scrive il quotidiano britannico. Se tra le reali intenzioni di Vladimir Putin c’era avere meno Nato ai confini della Federazione Russa, con l’invasione dell’Ucraina otterrà insomma il risultato opposto. Ma perché finora Finlandia e Svezia sono rimaste neutrali? Ecco le ragioni.

La neutralità della Finlandia
La Finlandia condivide 1.340 chilometri di frontiera con la Federazione Russa. Indipendente dalla Russia dal 1917 (e dall’influenza tedesca dal 1919), tra il 1939 e il 1940 si dovette difendere dall’invasione sovietica, in quella che è passata alla storia come guerra d’inverno o guerra russo-finlandese, conclusasi con la firma di un accordo di pace, il trattato di Mosca, in base al quale la Finlandia cedette all’Unione Sovietica circa il 10 per cento del proprio territorio, tra cui gran parte della Carelia. Alla fine della Seconda guerra mondiale, Helsinki decise, per non provocare il potente vicino sovietico, di non aderire alla Nato. E ha mantenuto questa posizione anche al termine della Guerra Fredda. Questa dottrina di neutralità, ribattezzata “finlandizzazione”, è stata evocata nelle scorse settimane per l’Ucraina, come base per un accordo che possa mettere fine al conflitto in corso.

La neutralità della Svezia
Nemmeno la Svezia fa parte del Patto Atlantico. Anche in questo caso all’origine ci sono “problemi” avuti con la Russia. A lungo forte potenza militare, la Svezia uscì traumatizzata dalle guerre napoleoniche e in particolare dalla guerra di Finlandia, conflitto combattuto dagli eserciti dell’Impero russo e del Regno di Svezia, iniziato a febbraio 1808 e terminato a 1809. Uscita sconfitta, la Svezia fu costretta a firmare il trattato di Fredrikshamn, con cui cedette i territori dell’attuale Finlandia al nemico: da allora non ha più appoggiato alcuna fazione, negli scontri che si sono susseguiti in Europa. Nel corso della Seconda guerra mondiale, ad esempio, permise alle forze tedesche di transitare attraverso il proprio territorio fino al fronte finlandese e, allo stesso tempo, ospitò tanti profughi in fuga da Germania e Paesi occupati. Dopo il 1945 la Svezia decise poi di mantenere il suo status neutrale, non allineandosi a nessuno dei due blocchi.