La sconfitta di Sanna Marin alle elezioni legislative finlandesi di domenica è l’ennesimo e ultimo colpo per la socialdemocrazia nord-europea: il cancelliere tedesco socialdemocratico Olaf Scholz continua a subire la pressione degli alleati di governo, i Verdi della ministra degli Esteri Annalena Baerbock e i liberali del titolare delle Finanze Christian Lindner; lo scorso settembre la svedese Magdalena Andersson ha rassegnato le dimissioni dopo la vittoria del centrodestra, mentre la danese Mette Frederiksen in autunno ha conquistato un secondo mandato solo dopo un netto spostamento verso destra. Insomma, il sovranismo sta erodendo consensi in tutto il Nord Europa.
In Finlandia preoccupa il boom storico dell’estrema destra
In Finlandia il Partito della Coalizione Nazionale (Ncp) guidato da Petteri Orpo si è imposto al primo posto con il 20,7 per cento, seguito dall’estrema destra dei Veri Finlandesi guidati dalla leader Riikka Purra, che diventa il secondo partito del Paese. Il partito di Marin è arrivato terzo al 19,9 per cento. Orpo ha rivendicato la vittoria: «Sulla base di questo risultato, i colloqui per la formazione di un nuovo governo in Finlandia saranno avviati sotto la guida del Partito della Coalizione Nazionale», ha dichiarato. Marin dal canto suo ha riconosciuto la sconfitta.
Marin, la stella appannata della sinistra europea
All’Sdp finlandese non è bastata la popolarità della giovane premier, stella della sinistra europea, che in campagna elettorale aveva attaccato i tagli alla spesa pubblica proposti dal centrodestra, invitando i finlandesi a sostenere gli investimenti fiscali che, a suo dire, avrebbero portato a una maggiore occupazione e crescita economica. Alla fine hanno avuto la meglio i timori per l’aumento del debito pubblico e la campagna di Orpo incentrata sulla disciplina fiscale. «Questa è stata una grande vittoria», ha dichiarato Orpo poco prima della chiusura delle urne. «Il nostro messaggio è arrivato, il sostegno c’è e i finlandesi credono nel National Coalition Party». La formazione del governo ora è un rebus. Orpo cercherà di ottenere l’incarico ed è molto probabile che cerchi un accordo con i supernazionalisti anti-immigrazione. In caso non riuscisse nell’impresa Marin potrebbe tentare di costruire una coalizione alternativa.

Addio welfare e istruzione, ha vinto l’austerity bandiera di Orpo
Il voto in Finlandia arriva a pochi giorni dall’ultimo via libera per lo storico accesso del Paese alla Nato, con la ratifica in Turchia di giovedì, tema talmente condiviso da esser rimasto fuori dal dibattito elettorale. La 37enne Marin, arrivata alla guida dei socialdemocratici nel 2019 e popolarissima all’estero e in patria per la sua gestione della pandemia e il sostegno all’ingresso della Finlandia nell’Alleanza Atlantica, era riuscita mantenere il sostegno degli elettori durante la bufera scatenata dall’opposizione dopo la pubblicazione dei video in cui ballava e cantava con amici la scorsa estate. In campagna elettorale aveva scelto di spostare il baricentro del partito a sinistra, puntando sul welfare e soprattutto sull’istruzione, attribuendo l’aumento del debito pubblico alla pandemia e alla guerra in Ucraina e dicendosi contraria a ogni taglio alla spesa. La Coalizione di Orpo chiede invece misure di austerity per 6 miliardi di euro, per riportare il debito pubblico sui valori virtuosi dell’Ue. I Veri Finlandesi esprimono invece posizioni apertamente anti-migranti e euroscettiche, a partire dalla richiesta di non rispettare l’impegno per la neutralità climatica nel 2035, senza rinnegare il vecchio obiettivo nel lungo termine di ‘Fixit’, l’uscita della Finlandia dall’Unione europea.