Financial Times: «Draghi al Quirinale servirà di più all’Italia»

Redazione
20/12/2021

Dalle colonne del quotidiano, Bill Emmott analizza cosa potrebbe succedere in caso di elezione del premier a nuovo Presidente della Repubblica. «Draghi potrebbe diventare una sorta di padre della nazione, un protagonista che imposta il dibattito pubblico e politico».

Financial Times: «Draghi al Quirinale servirà di più all’Italia»

La stampa internazionale e il mondo politico globale continuano a interessarsi all’Italia e, soprattutto, a quanto accade grazie e intorno a Mario Draghi. Dopo l’incoronazione da parte del The Economist come «Paese dell’anno» per il 2021, grazie alle norme per frenare l’avanzata del Covid e a interventi come la Manovra e il Pnrr, il primo ministro italiano finisce sulle pagine del Financial Times. Bill Emmott, storico direttore dell’Economist, smentisce proprio il suo ex settimanale e spiega i motivi per cui Draghi servirebbe all’Italia anche se eletto Presidente della Repubblica.

Financial Times: la risposta all’Economist

The Economist, incornando l’Italia «Paese dell’anno» per il 2021, aveva espresso il proprio parere sull’eventuale elezione di Draghi come Presidente della Repubblica. Secondo il settimanale, la ripresa del paese e la ritrovata stabilità politica sarebbero messe in crisi da un’eventuale cambio di guida. Ma Bill Emmott risponde a tono. «In un mondo perfetto», scrive sul Financial Times, «dovrebbe rimanere premier per tutti i sei anni del piano nazionale di ripresa e resilienza degli investimenti pubblici e delle riforme. Ma se il risultato perfetto è irraggiungibile, è giusto optare per la migliore soluzione imperfetta. Vale a dire che Draghi sia eletto presidente della Repubblica dal Parlamento a fine gennaio, e da lì per i prossimi sette anni sovrintenda alle questioni come capo dello Stato».

Financial Times «Draghi al Quirinale servirà di più all'Italia»
Mario Draghi (Getty)

Financial Times: «Draghi sette anni a dirigere»

«Sei mesi con le mani su un volante sempre più incontrollabile o sette anni a dirigere il traffico: questa è la vera opzione per Draghi, e per i parlamentari italiani». Dalle colonne del Financial Times non hanno dubbi, non c’è soluzione se non questa. «I progressi, considerevoli, compiuti in questi 10 mesi a palazzo Chigi sono dipesi da un cessate il fuoco tra i partiti della coalizione che forma la sua maggioranza, al di fuori della quale c’è solo Fratelli d’Italia. Passato gennaio, quella tregua potrebbe reggere per altri sei mesi, al massimo, prima che la febbre delle elezioni inizi a salire». Per questo è da scartare anche quella che viene definita «un’illusione» e cioè che Draghi possa restare in carica almeno fino al 2023.

Financial Times: il ruolo della presidenza della Repubblica

Emmott e il Financial Times, quindi, propongono la propria visione di un Draghi al Quirinale e un’Italia a non perdere affatto la propria stabilità. Inoltre, il ruolo della presidenza della Repubblica va rivisto, perché «per decenni la presidenza della Repubblica è stata marginale, e largamente cerimoniale. Ma più di recente, di fronte a un panorama politico sempre più frammentato, i presidenti hanno usato i poteri conferiti dal ruolo in modo sempre più efficace. Gli ultimi due capi dello Stato hanno agito in un modo paragonabile a un mix di presidenti non esecutivi e di pontefici secolari». Insomma, per Emmott «Draghi potrebbe diventare una sorta di padre della nazione, un protagonista che imposta il dibattito pubblico e politico. Il problema è ottenere che l’Italia non rimanga solamente il “Paese dell’anno”, ma diventi il “Paese del decennio”. Portare Mario Draghi al Quirinale sarebbe il miglior passo in questa direzione».

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Mario Draghi al G20 (Getty)