Quando la patria chiama, non c’è privacy che tenga. Soprattutto in tempo di guerra, o meglio di ‘operazione speciale’. La riservatissima figlia maggiore di Vladimir Putin, Maria Vorontsova, genetista specializzata in malattie infantili, su un gruppo Telegram utilizzato dagli studenti di Medicina dell’Università statale di Mosca farebbe da eco alla propaganda paterna. Come scrive Meduza, la 36enne sarebbe attiva nella chat con il nome di Maria V. Identità confermata da alcuni giornalisti. I suoi messaggi sono stati raccolti e condivisi da Dmitry Kolezev, direttore del sito web Republic, che ha pubblicato alcuni screenshot. Se autentici, i post getterebbero una luce inedita su ciò che pensano i parenti più stretti del presidente russo. Il tutto naturalmente va preso con le molle. «Lasciatemi sottolineare ancora una volta che non possiamo affermare inequivocabilmente che Maria V. sia la vera Maria Vorontsova», ha sottolineato Kolezev. «Ma prove circostanziali e due fonti indicano che lo sia. Se questa è davvero Maria Vorontsova, sembra che anche i più giovani della famiglia Putin condividano la sua visione del mondo. E ciò significa che ci sono meno ragioni per aspettarsi un’opposizione all’interno della sua cerchia ristretta e che è inutile cercare di appellarsi a Maria per influenzare suo padre e fermare la guerra, come hanno cercato di fare alcuni attivisti all’esterno della casa dell’ex marito in Europa».

La difesa del Cremlino, le tesi complottiste contro Usa e Ue e le mozzarelle italiane
Alla chat room in questione sono iscritte 170 persone e in questo auditorium virtuale Verontsova interviene su questioni di attualità criticando spesso l’atteggiamento occidentale nei confronti di Mosca e cedendo a volte a tesi complottiste su Usa e Ue. A domande ‘scomode’ da parte di qualche utente temerario risponde in modo sarcastico. Per esempio alla provocazione: «Vorresti parlare della dacia di Putin (probabilmente un riferimento al palazzo presidenziale sulla costa del Mar Nero vicino a Gelendzhik)», Maria V. ha risposto: «Certo, facciamolo», con tre faccine che ridono a crepapelle. In un messaggio per esempio Maria V scrive: «Nessuno in Occidente ha bisogno che il nostro Paese sia prospero. Hanno sempre fatto tutto il possibile per assicurarsi che ciò non accadesse. E continueranno a farlo. Se improvvisamente, come è quasi successo negli Anni 90, la Russia diventasse una vera e propria appendice degli Stati Uniti e dell’Ue, vorrei vedere a chi daranno la colpa per il fatto che non abbiamo un’economia ricca». E, ancora: «Nel 2008 sono scattate le prime sanzioni (dopo lo scoppio della guerra in Georgia, ndr) che hanno minacciato la scomparsa della mozzarella dagli scaffali dei negozi. Tutti sono andati fuori di testa, cavolo, come può essere! Come sopravviveremo adesso? Senza mozzarella italiana! E adesso? Stiamo ancora respirando? Così sembrerebbe. Ora abbiamo anche la nostra mozzarella. Ed era possibile tutto questo negli Anni 90? No». In un altro scambio Vorontsova afferma: «Non siamo i tedeschi degli Anni 30. Semmai, siamo più simili a quelli che presero di mira».
La fuga dei cervelli dalla Russia? Tutta colpa di Soros
In un altro commento Maria V, sposando il complottismo da discount, si lamenta del fatto che la Russia abbia «perso un’intera generazione di cervelli nella scienza e nella medicina», a causa degli sforzi «instancabili» di George Soros. Da allora, ha spiegato, la Russia ha cercato di garantire il ritorno di questi “cervelli” dedicandosi per decenni alla ripresa economica. «Negli Anni 90, noi importavamo (!) grano. È una vergogna. E ora siamo uno dei principali esportatori. Anche questo è accaduto di punto in bianco? Qualche incantesimo o qualcosa del genere, certo. Abbiamo problemi qui? Sì, nessuno lo nega. Abbiamo più di qualche traditore, c’è corruzione e la burocrazia è mostruosa. Ma ecco una domanda: chi non ha questi problemi?», chiede al gruppo.

Contro il termine ‘annessione’ per la Crimea
In un altro scambio, la figlia di Putin critica un altro membro della chat per aver usato la parola “annessione” nel descrivere l’occupazione della Crimea nel 2014, insistendo sul fatto che un linguaggio simile calpesta «la volontà del popolo». Tra le altre cose, afferma che la Nato, se ne avesse avuto la possibilità, si sarebbe stabilita in modo permanente nella penisola. E ripete le informazioni diffuse dall’esercito russo secondo cui in Ucraina ci sarebbero laboratori di armi biologiche statunitensi. Come molti dei commentatori filo-russi che affollano i nostri talk show anche Vorontsova si lamenta del fatto che Washington non sia mai stata sanzionata per le guerre di cui si è resa protagonista, dall’Afghanistan all’Iraq. Non solo. Sostiene la tesi secondo cui la Cia controllerebbe la stampa indipendente russa e l’opposizione. «Che tipo di media vivono con i soldi dei lettori dopo essere stati bloccati?», ha chiesto in una conversazione. Dagli screenshot pubblicati, solo un tema Maria V si è rifiutata di commentare: la persecuzione della comunità LGBTQ in Cecenia.