Anche il Parlamento europeo richiama l’Italia sulla registrazione dei certificati di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso. La polemica infuria da giorni e adesso approda a Bruxelles, dove gli europarlamentari hanno approvato per alzata di mano un emendamento. A presentarlo è stato Renew Europe, coalizione con all’interno anche i parlamentari del Terzo Polo, e con il documento si condanna il governo guidato da Giorgia Meloni per lo stop imposto, diversi giorni fa, alla registrazione. Sulla questione, contro i sindaci che hanno continuato a disobbedire alla direttiva italiana, è intervenuta proprio ieri la ministra della Famiglia Eugenia Roccella.
L’Ue: «Decisione porterà a discriminazione dei figli»
Nell’emendamento si legge che il Parlamento europeo «condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali» e che «ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il Governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione».

I sindaci pronti a dare battaglia
In Italia il dibattito è apertissimo. Ieri la ministra Eugenia Roccella ha risposto alla lettera dei sindaci dichiarando: «Non c’è un confronto da fare. Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare». E loro, invece, sono tutt’altro che pronti a fermarsi. Il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, ha lanciato nei giorni scorsi l’idea di una mobilitazione che dovrebbe tenersi proprio nel capoluogo piemontese il prossimo 12 maggio. Il titolo sarà «Le città per i diritti» e i colori saranno quelli della pace e della comunità Lgbtqia+, quelli dell’arcobaleno. Al Teatro Regio si terrà quindi una «assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali. Contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie».
