Non contro il governo ma contro una sentenza della Cassazione. Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella risponde alla lettera di alcuni sindaci sui figli delle coppie gay spiegando che protestando e disobbedendo vanno contro, appunto, a una sentenza precisa e non alla circolare del ministro Piantedosi. Al centro del botta e risposta c’è il divieto di registrare all’anagrafe i figli di coppie composte da genitori dello stesso sesso, a cui alcuni sindaci hanno già disobbedito. E mentre i primi cittadini preparano anche un evento per il prossimo 12 maggio, la ministra spiega che «non c’è qualcosa da contrattare».
Roccella: «Nessun confronto da fare»
La ministra è lapidaria: «Non c’è un confronto da fare. Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare». E risponde a chi chiede se siano disobbedienti i sindaci: «No, è qualcosa che decidono loro sapendo che c’è una sentenza che non applicano. Non c’è qualcosa da contrattare». Roccella prosegue: «Loro non stanno protestando contro la circolare Piantedosi ma contro la sentenza della Cassazione. Quindi dovrebbero avere casomai un dialogo con il presidente delle sezioni unite. C’è una sentenza molto precisa che dice determinate cose».

La reazione del Pd: «Il governo si accanisce contro bambini e bambine»
Le opposizioni, invece, sono dalla parte dei sindaci. Come riporta Ansa, la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, spiega che i dem continueranno «ad andare avanti fino in fondo perché è una questione di civiltà. Quello che sta facendo questo governo è accanirsi contro i bambini e le bambine. Noi saremo al fianco degli amministratori che si confrontano con le persone che vivono queste scelte sbagliate. Ci saremo e uniremo la battaglia che stanno facendo le famiglie arcobaleno e gli amministratori con le nostre iniziative in Parlamento».
I sindaci pronti all’evento del 12 maggio
Nonostante la risposta della ministra, sembra difficile che i sindaci possano mollare la presa. Il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, ha lanciato nei giorni scorsi l’idea di una mobilitazione che dovrebbe tenersi proprio nel capoluogo piemontese il prossimo 12 maggio. Il titolo sarà «Le città per i diritti» e i colori saranno quelli della pace e della comunità Lgbtqia+, quelli dell’arcobaleno. Al Teatro Regio si terrà quindi una «assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali. Contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie».

Procaccini difende il governo
Sull’Italia punta i propri occhi anche il Parlamento europeo, che ha aggiunto in agenda un dibattito proprio sui diritti dei bambini delle famiglie omogenitoriali, con sguardo al Paese. Il copresidente di Ecr ed eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, difende però il governo: «Le sinistre hanno ottenuto un processo politico con imputato il governo Meloni relativamente ad una responsabilità che non può essere in alcun modo attribuita al governo stesso. Si vuole processare il governo Meloni accusandolo di pratiche barbare, politicamente si tratta di una vergogna. È un attacco cosi sguaiato ci fa comprendere quanta italianità ci sia nella sinistra italiana». Con lui anche il capogruppo FdI all’Eurocamera, Carlo Fidanza: «Assistiamo ad un campagna ideologica che ha un obiettivo chiaro, quella di legittimare l’utero in affittito, la pratica della surrogazione che noi come governo condanniamo e che per altro anche il Parlamento europeo ha condannato in una sua risoluzione».