Il mercante torna in fiera

Claudio Ravel
30/04/2021

Da luglio hub digitali e smart riaccoglieranno i visitatori. Aumenti di capitale e nuovi finanziatori, per far risorgere un comparto che nel 2019 generava un volume d'affari da 60 miliardi.

Il mercante torna in fiera

Aumenti di capitale, nuove linee di finanziamento. C’è un universo in fermento dietro le fiere italiane, pronte a ripartire in sicurezza. L’annuncio del premier Draghi, che ha disposto l’apertura in presenza dei quartieri espositivi dal prossimo 1° luglio, è servito a dare serenità a un settore in grado di generare un giro d’affari superiore a 60 miliardi di euro, con una ricaduta sull’indotto di circa 23,3 miliardi (dati 2019). “Accenderemo da subito i motori della macchina per supportare al meglio organizzatori, espositori e visitatori, a cominciare da Milano Unica, salone italiano del tessile e accessori, in programma a luglio”, afferma Luca Palermo, amministratore delegato di Fiera Milano. “Vogliamo ripartire con l’obiettivo di favorire la ripresa economica del Paese e supportare la crescita e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese”.

Un nuovo piano per Milano 

A febbraio Fiera Milano ha presentato al mercato il piano strategico CONN.E.C.T. 2025 – Connections, Exhibitions, Community, Transformation ­– che punta a rafforzare la dimensione internazionale del Gruppo e ad arricchire il portafoglio delle manifestazioni dirette e ospitate, facendo leva sull’attrattività del capoluogo lombardo e garantendo un alto livello di sicurezza e qualità di quartieri espositivi, sempre più digitali e sostenibili, grazie anche al supporto degli investimenti di Fondazione Fiera Milano. Alla luce dei rinnovati finanziamenti per complessivi 82 milioni di euro, il Gruppo sarà in grado di produrre nuovi investimenti, rafforzare la struttura finanziaria, dare maggior sostegno all’operatività, anche nell’ottica dell’attuazione del nuovo piano strategico 2021-2025.

Bologna svolta smart

“L’intento è quello di diventare un hub europeo smart, di eccellenza, a forte presenza internazionale, che si basi sullo sviluppo e la crescita di una piattaforma avanzata di servizi, in grado di offrire una customer experience phygital altamente competitiva. La strategia di sviluppo è strettamente collegata alla sostenibilità”. Altro player d’eccellenza è BolognaFiere, che, dopo i nuovi padiglioni 29 e 30 aperti nel 2018, è pronto all’inaugurazione del padiglione 37 (14.000 mq di superficie espositiva). “L’annuncio con la ripresa degli eventi in presenza ci permette di guardare con ottimismo al futuro – spiega il direttore generale, Antonio Bruzzone – e, soprattutto, di far ripartire un sistema virtuoso al servizio delle imprese e dell’export”.

“L’emergenza pandemica – continua – ha bloccato le nostre attività in presenza, in Italia e all’estero, con forti ripercussioni sui fatturati. Tuttavia, BolognaFiere ha continuato nella progettazione e realizzazione di iniziative, necessariamente digitali, che consentissero il dialogo delle business community in un periodo in cui era impossibile confermare i tradizionali appuntamenti. L’aver fissato una data consentirà a noi e agli espositori di pianificare al meglio lo svolgimento dei grandi eventi internazionali, in programma nel secondo semestre. Cersaie, Eima International, Sana e Zoomark International, solo per citarne alcuni. Con gli organizzatori siamo già al lavoro per promuovere fiere in assoluta sicurezza, durante le quali espositori e operatori potranno concentrarsi sul business e sviluppare nuove relazioni commerciali.”

Verona, addio crisi in quattro anni

Da par suo, l’assemblea dei soci di Veronafiere ha deliberato un aumento di capitale di 30 milioni di euro. L’iniezione di liquidità “consentirà di attuare il Piano di azione per la ripartenza – ha sottolineato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere e numero uno di Aefi, Associazione esposizioni e fiere italiane – che prevede un 2021 di transizione per uscire dall’emergenza Covid. La ripresa dovrebbe iniziare a vedersi, invece, nel 2022, per tornare entro il biennio 2023-2024 ai livelli pre-crisi, generando fatturato, redditività e indotto che la Fiera di Verona ha assicurato a soci, stakeholder e territorio fino al 2019”. Dopo aver concordato lo spostamento della 54°edizione del Vinitaly al 2022 (10-13 aprile) “scelta dolorosa, ancorché di responsabilità”, la struttura fieristica veneta pone sempre più al centro dei suoi interessi il business dei comparti wine-food, agricoltura e marmo-design.

A Parma si gioca su grandi spazi

Tra chi non si è fermato quest’anno c’è Fiere di Parma. “Siamo stati tra i pochi a organizzare eventi in presenza – e in totale sicurezza – come il Salone del Camper, Mercanteinfiera e CibusForum”, afferma l’AD, Antonio Cellie. “Il nostro quartiere è nuovo e dotato di impianti di ricircolo e climatizzazione di ultima generazione.  Inoltre, dispone di grandi spazi aperti, sorgendo su un’area di oltre 300.000 mq., attrezzati per ospitare punti di controllo e sanificazione”. Presupposti importanti, che rafforzano “ottime aspettative, in ragione del forte desiderio da parte del pubblico generico e di quello professionale di ritrovarsi in presenza. Peraltro, gli eventi in calendario riguardano settori che hanno necessità di una esperienza diretta da parte dei visitatori. Le incertezze sono tante, ma le gestiremo grazie a procedure più stringenti – come l’obbligo del tampone per partecipare agli eventi – una organizzazione impeccabile e una invidiabile solidità patrimoniale e finanziaria, anche dopo la tempesta Covid”.