Da Fiavè a Pantalica, cinque parchi archeologici da scoprire

Stefania Romani
27/03/2022

Da Fiavè a Ravenna, da Montalto di Castro alla siracusana Pantalica, cinque mete in cui passeggiare circondati da bellezze storiche e monumenti che rimandano a epoche antiche.

Da Fiavè a Pantalica, cinque parchi archeologici da scoprire

Il mix fra archeologia e natura ha sempre il suo perché. E l’idea di un viaggio indietro nel tempo stuzzica facilmente, che si tratti di calarsi in epoca romana o in età preistorica. Se poi il contesto naturale che circonda le rovine è incontaminato, la magia aumenta, soprattutto in questo periodo di primavera. Tag43 ha scelto per voi cinque destinazioni che da Nord a Sud offrono l’opportunità di sentirsi per un giorno in un’altra era.

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I cinque parchi dove archeologia e natura si incontrano

1 – Fiavè, una passeggiata nella preistoria

L’emozione di vivere in un villaggio di 4mila anni fa? La regala Fiavè, centro situato sull’altopiano trentino di Lomaso, che in una riserva naturale, con il verde intenso dei boschi, quello più chiaro dei campi coltivati e quello che a tratti vira verso il grigio della torbiera, ha inaugurato la scorsa estate il Parco Archeo Natura. Una passerella in legno si snoda intorno a un laghetto dal quale fanno capolino antichi pali. A pochi passi, si possono ammirare i resti di un focolare, vicino a un reticolato in legno, che serviva come base per le abitazioni preistoriche. Sullo sfondo spuntano invece tre “casette” ricostruite con il tetto a spiovente, in materiali naturali, con interni che fra giacigli fatti con pelli d’animali, cesti, angoli per il fuoco, ciotole e mestoli riportano dritti all’Età del Bronzo. www.cultura.trentino.it

Da Fiavè a Siracusa, i 5 parchi dove archeologia e natura si incontrano
Parco Archeo Natura, Fiavè (foto Tommaso Prugnola Team Videonaria Archivio Soprintendenza beni culturali).

2- Brescia, a spasso nella città antica

Nel cuore di Brescia, fra il convento longobardo, sede del Museo di Santa Giulia, e i palazzi rinascimentali costruiti sulle rovine archeologiche, a dominare è il centro della Brixia romana, con strutture come il Capitolium, il tempio dedicato alla triade divina di Giove, Giunone e Minerva, di cui rimangono parte del frontone e un interno strepitoso, con celle che contano ancora altari e arredi, oltre a pavimenti in opus sectile, ovvero in lastre di marmo che formano decorazioni geometriche. La chicca è la Vittoria Alata, una rarissima statua in bronzo del I sec. d.C., reduce da un restauro durato due anni e valorizzata da un allestimento ad hoc, pensato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg. A ridosso del Capitolium e del Foro, dal decumano massimo si raggiunge il Teatro, di impianto augusteo, da cui godere di una vista privilegiata sull’orizzonte fino al verde della periferia. Merita anche il Santuario repubblicano, con affreschi e pavimenti a mosaico. www.bresciamusei.com

Da Fiavè a Siracusa, i 5 parchi dove archeologia e natura si incontrano
Tempio Capitolino, Brixia, Parco archeologico di Brescia Romana (©FeboFilms)

3 – Ravenna, l’antico Porto di Classe

L’antico Porto di Classe, ai margini di Ravenna, è un parco archeologico ristrutturato di recente, nel panorama lagunare a nove chilometri dalla costa. All’epoca di Augusto la località distava poche centinaia di metri dalla riva, sulla quale troneggiava un faro che, per imponenza, era paragonato a quello di Alessandria d’Egitto. Passeggiando fra le antiche vie lastricate del sito, si incrociano l’area destinata al deposito e alla manutenzione delle barche, il perimetro dei magazzini per lo stoccaggio di merci come vini, olio e granaglie, poi le tracce dei laboratori nei quali venivano lavorati il vetro, la ceramica e il ferro. E c’è una sorpresa, perché cinque lastre trasparenti regalano un effetto ottico incredibile: quando il visitatore si mette di fronte ai pannelli, fissando le testimonianze del passato, vede ricostruiti gli antichi stabili, con tanto di porticati, tetti, finestre e barchette attraccate. www.parcoarcheologicodiclasse.it

Da Fiavè a Siracusa, i 5 parchi dove archeologia e natura si incontrano
Foto dell’Antico Porto di Classe scattata dall’alto, con il drone (immagine ad uso stampa)

4 – Montalto di Castro, tra canyon e cascate nel Parco di Vulci

Natura lussureggiante, canyon, cascate, un laghetto e resti antichi. Sono i motivi per visitare il Parco di Vulci, nel comune laziale di Montalto di Castro. In oltre 900 ettari di verde si alternano distese popolate da cavalli e vacche maremmane, gole profonde scavate nella roccia di tufo dal fiume Fiora e sentieri fiancheggiati da pioppi, salici, sambuchi. E non è tutto, visto che in questa zona rimangono i reperti della città etrusco romana, documentata almeno dal V secolo a.C.  Il percorso fra gli scavi muove dalla Porta Ovest, inserita nelle mura tufacee, per poi toccare altri edifici e il laghetto del Pellicone. Tocca quindi al Tempio Grande, che fonde la cultura etrusca e quella greca, e alla Domus del Criptoportico, con pavimenti a mosaico e ambienti sotterranei. Infine vanno viste le necropoli etrusche. vulci.it

Da Fiavè a Siracusa, i 5 parchi dove archeologia e natura si incontrano
Il Parco di Vulci (foto dai social)

5 – Nella valle dell’Anapo, le necropoli di Pantalica

Adagiate lungo l’altopiano che fa da sentinella alla valle dell’Anapo, a un’ora da Siracusa, le necropoli di Pantalica sono un esempio straordinario di legame armonico fra uomo e natura. Nell’area in cui i corsi d’acqua hanno scavato le rocce calcaree, creando una successione di cave, anche le tombe incidono i fianchi dei macigni in pietra, punteggiati da 5mila aperture, lungo un percorso di circa 5 chilometri. Fra le 5 necropoli, quella di Filiporto risale a una fase compresa fra il XIII e l’VIII secolo a.C., testimoniata da corredi in bronzo e osso esposti al Museo Archeologico Orsi di Siracusa. Ed è spettacolare anche il basamento in pietre megalitiche, simili a quelle utilizzate in ambito miceneo, del Palazzo del Principe, una struttura maestosa che probabilmente rimanda all’epoca protostorica. www.pantalica.org