Certo, al centro di tutto ci sono le canzoni. Poi il resto dello spettacolo, compresi gli outfit dei protagonisti. Ma che Festival di Sanremo sarebbe, senza qualche polemica? La prima serata della kermesse canora ne ha regalate due, in particolare: il pugno chiuso del duo La Rappresentate di Lista al termine dell’esibizione e l’auto-battesimo di Achille Lauro, che all’Ariston ha cantato a petto nudo, stile Billy Idol.
Sanremo 2022, il gesto comunista che non va giù all’Anpi
«Noi che non abbiamo mai smesso di salutare così non possiamo che apprezzare», ha detto a Adnkronos Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. La vera sinistra, ha sottolineato, «saluta a pugno chiuso, Letta no». Commentando il gesto del duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, Acerbo ha poi detto: «Non è solo simbolo di socialismo e comunismo. È in primo luogo un saluto antifascista. Anche Nelson Mandela quando uscì dal carcere salutò col pugno chiuso il suo popolo in festa». L’Anpi ha però criticato la scelta del duo La Rappresentante di Lista di chiudere Ciao, ciao con il pugno chiuso. «Ha un significato storico-politico. Collocato in una sede come Sanremo mi sembra fuori posto», ha dichiarato il presidente emerito Carlo Smuraglia. «Poi, certo, ognuno fa come gli pare, se vogliono salutare in quel modo lì, sono liberi, non è vietato, non è un’usurpazione. Ma l’occasione mi sembra sprecata».

Sanremo 2022, il vescovo ancora contro Achille Lauro
Al vescovo di Sanremo, monsignor Antonio Suetta, non è andata invece giù «la penosa esibizione del primo cantante», ovvero Achille Lauro, »che ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante». Secondo il prelato, quanto visto sul palco dell’Ariston «ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso». Già lo scorso anno il vescovo aveva criticato Lauro per la sua canzone: «Basta pagare il canone Rai. Non possiamo, infatti, trovarci di fronte a un canone obbligatorio sulla bolletta della luce, per poi essere offesi a domicilio e questo sarebbe servizio pubblico?», ha detto all’Ansa. Sulle due polemiche di (prima) serata si è soffermato brevemente Matteo Salvini, che complimentandosi con Fiorello ha lanciato la stoccata: «Fra polemiche, spot alle droghe, saluti comunisti e “battesimi” a petto nudo, l’unica certezza è lui: unico, semplice, inimitabile Fiorello».
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