Perché le femministe si sono scagliate contro il trend del balaclava
Lanciato da rapper come Drake e reso virale da TikTok, il passamontagna è una delle tendenze di punta della stagione. Tuttavia, per le attiviste costituirebbe un rimando inaccettabile al crimine e alle aggressioni a sfondo sessuale.
Dopo aver invaso TikTok e le passerelle dello streetwear, imponendosi tra i trend di punta della stagione invernale, il balaclava, passamontagna originariamente nato per l’uomo e, successivamente, reinterpretato dai brand anche in versione femminile, è finito al centro di un’accesa polemica innescata da una serie di collettivi femministi. Per le attiviste, infatti, l’accessorio non avrebbe dovuto avere alcun riscontro dalla moda per l’associazione con il mondo del crimine, in particolare con maltrattamenti e aggressioni sessuali ai danni delle donne.
L’ascesa del balaclava nell’Olimpo delle tendenze
Reso popolare nel 2018 dal marchio Vetements e dall’endorsement di artisti di fama mondiale come i rapper americani Ye e Drake, è rimasto per parecchi anni una tendenza di nicchia, strettamente legata all’estetica urban. Fino a quando, grazie a TikTok, non è riuscito a conquistare l’attenzione dei fashion victim sparsi per il mondo, che lo hanno trasformato in un irrinunciabile must have. Sulla piattaforma, hanno iniziato a fioccare clip di pochi secondi che vedevano come protagoniste webstar e content creator con indosso modelli di colori e stili diversi e l’hashtag è arrivato a macinare oltre 152 milioni di visualizzazioni.

La consacrazione alla fama mediata dai social ha, ovviamente, innescato una reazione a catena da parte dell’haute couture, che ha provato a inserirlo nelle collezioni presentate nelle ultime fashion week di Londra, Parigi, Milano e New York. Designer come Jonathan Anderson per Loewe, Matthew Williams per 1017 Alyx 9SM e Stella McCartney e griffe come Y/Project e Cortiez ne hanno proposto varianti decisamente meno casual (e più dispendiose) rispetto a quelle sfoggiate nelle sfilate di Adidas, Puma e North Face.

Insomma, un fenomeno diventato virale in tempi strettissimi, anche grazie a musicisti e sportivi che, sul palcoscenico, su un red carpet o, semplicemente, per un’uscita con gli amici catturata dai paparazzi, lo hanno abbinato ai loro outfit. Ma non è tutto. Anche i numeri confermano un exploit di grosse proporzioni: nel suo report, ad esempio, Lyst ha sottolineato come, tra Instagram, Google, Depop e il sito di reselling StockX, le ricerche dei passamontagna sono aumentate del 344 per cento tra 2021 e 2022, trasformando il prodotto in una vera e propria hit.

Le critiche delle attiviste e delle associazioni femministe
Proprio alla luce di questa straordinaria diffusione, femministe e gruppi che si occupano della tutela dei diritti delle donne hanno reputato necessario accendere i riflettori sul passamontagna, spogliandolo dell’allure che gli stilisti gli hanno attribuito e tacciandoli di aver portato, in maniera irresponsabile, un oggetto decisamente inappropriato. «Incontrare qualcuno con indosso un balaclava può infastidire e destare preoccupazione soprattutto a quei soggetti che, condizionati dal vivere in una grande metropoli o traumatizzati da esperienze poco piacevoli, sono molto attenti alla propria sicurezza personale e rimangono sempre in allerta», ha spiegato al Guardian Carolyn Pearson, CEO di Maiden Voyage, tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi al femminile.

Ancora più agguerrita la posizione di Madeleine Black, autrice di Unbroken, una sorta di diario in cui ha raccontato gli abusi che ha subito: «Non riesco ad associarlo ad altro che alla violenza e ai criminali e mi sentirei davvero a disagio se un uomo vicino a me lo indossasse», ha precisato, «rendere mainstream e di tendenza qualcosa che fa sentire le ragazze in pericolo e vulnerabili mi pare davvero una mossa di cattivo gusto, che tutta la società dovrebbe condannare».