Vittorio Feltri scatena le polemiche su Twitter dopo una frase sull’alluvione in Emilia Romagna. Il giornalista, attualmente consigliere regionale della Lombardia con Fratelli d’Italia, in tarda mattinata ha scritto poche righe, ma quanto basta per infiammare i social: «Prima piangono disperati perché non piove, poi piangono disperati perché piove troppo e qualcuno annega. Ma si può sapere che cosa cavolo vogliono». Quasi 60 mila le persone a visualizzarlo. Decine di utenti hanno attaccato Feltri.
Prima piangono disperati perché non piove, poi piangono disperati perché piove troppo e qualcuno annega. Ma si può sapere che cosa cavolo vogliono.
— Vittorio Feltri (@vfeltri) May 24, 2023
Nicola Di Marco: «La sua è incontinenza verbale»
In tanti hanno commentato, chi insultando Feltri e chi definendo il suo tweet «incommentabile». A prendere posizione anche Nicola Di Marco. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Lombardia ha dichiarato: «Ieri il nostro gruppo ha donato il proprio gettone di presenza di Consiglieri regionali in favore delle popolazioni alluvionate dell’Emilia-Romagna, invitando i Consiglieri degli altri partiti a fare lo stesso. Oggi è arrivata l’oscena risposta del Consigliere di Fratelli d’Italia Vittorio Feltri il quale, in preda ad uno dei suoi noti attacchi di incontinenza verbale, ha twittato: “prima piangono disperati perché non piove, poi piangono disperati perché piove troppo e qualcuno annega. Ma si può sapere cosa cavolo vogliono”. Attendiamo le immediate scuse del capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia, nei confronti di chi oggi spala fango, piange i morti ed è costretto a sopportare anche questo. Dopodiché sarebbe opportuno che Vittorio Feltri si dimettesse dal ruolo di Consigliere regionale, di modo che la sua incontinenza verbale non continui a sporcare questa istituzione».

La polemica dopo la strage di Cutro
Feltri non è nuovo a polemiche generate dai tweet. Già a marzo aveva commentato la strage di Cutro, con il naufragio di un’imbarcazione carica di profughi, scrivendo: «Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra».
