Finalmente ci siamo. Con un anno di ritardo, la prima edizione itinerante degli Europei è alle porte. Già itinerante, visto che si giocherà in 11 nazioni diverse: la logistica sarà un fattore, al pari delle rose da 26 giocatori, allargate al termine di una stagione logorante, in cui i calciatori sono stati più in viaggio e in bolla che a casa. L’allenatore che riuscirà a portare un gruppo in condizioni psicofisiche ottimali si prenderà un grande vantaggio rispetto agli avversari, al di là del fattore tecnico che rimane fondamentale.
Schemi camaleontici, in grado di cambiare in ogni occasione
Ci sono tante squadre forti, che fanno un calcio totale di difesa e attacco, senza moduli e schemi predefiniti, ma pronte a cambiarli da una partita all’altra in base alle situazioni e agli avversari: d’altra parte stiamo andando verso un calcio dove i giocatori devono saper fare sempre più cose, in cui più che un ruolo hanno una funzione, dove gli allenatori devono prepararsi a qualsiasi eventualità.
Un luogo comune del calcio è che le partite si vincono in mezzo al campo. Costruire a centrocampo è fondamentale, certo, ma alla fine è ciò che succede nelle due aree a decidere le partite. Nei match equilibrati a fare la differenza sarà la concretezza, in un calcio sempre più di transizione e velocità. Ma anche la capacità di sapersi adattare all’avversario per poi colpirlo: è impensabile pensare a una squadra dominante per sette gare. E con cinque cambi a disposizione dei mister, ci saranno più partite dentro la stessa partita.
I punti di forza dell’Italia
Nei tre anni di cammino verso Euro 2020, il ct Mancini ha lavorato secondo principi ben chiari: l’Italia è a proprio agio quando è in possesso del pallone e può costruire. Gli azzurri, che hanno nel centrocampo il loro punto di forza, giocano un calcio piacevole, grazie a interpreti complementari che offrono varie soluzioni. Verratti, Jorginho, Barella e Locatelli: nella testa di Mancini sono questi i quattro giocatori in lizza per i tre posti in mezzo. Dal centrocampo al reparto arretrato, dovremo essere bravi a difendere in campo aperto, considerando che Bonucci e Chiellini restano maestri nel farlo dentro l’area. Per questo saranno importanti le marcature preventive: oggi che la costruzione del gioco è un fattore predominante, saper difendere quando si ha la palla è fondamentale.
#Nazionale 🇮🇹
I 26 #Azzurri 💙 convocati dal Ct Roberto #Mancini per #EURO2020 🇪🇺#Europeo #Italia #VivoAzzurro pic.twitter.com/gVZ5UwXjeQ— Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Vivo_Azzurro) June 1, 2021
Le incognite azzurre
L’Italia, che ha un lato sinistro di fantasia e costruzione e uno destro più di corsa, arriva all’Europeo con l’incognita del centravanti. Immobile o Belotti? Di profondità più che di manovra, hanno caratteristiche simili, sono entrambi bravi ad attaccare gli spazi e nello smarcamento preventivo senza dare riferimenti, per questo credo che Mancini li alternerà. Per vincere queste competizioni solitamente c’è bisogno di un attaccante che segni tanto, mentre l’Italia è una cooperativa del gol. Occhio a Raspadori, giocatore con caratteristiche completamente diverse dagli altri, capace di fare scelte azzeccate e calciare in piccoli spazi, che a partita in corsa potrebbe essere un fattore.
Le grandi favorite
In pole c’è la Francia, squadra dalla fisionomia abbastanza difensiva, con un sistema di gioco molto italiano, più dell’Italia stessa, ma con un talento offensivo straordinario. Mbappé, Griezmann e il ritorno di Benzema: i transalpini fanno paura anche perché dietro difendono bene, con i terzini Pavard e Hernandez abbastanza bloccati, mentre in mezzo a Pogba affiancano Kanté che corre per cinque. Deschamps ha davvero tante frecce nel suo arco, dentro l’area e in transizione. Tra le favorite anche l’Inghilterra, che grazie a tanti giocatori “esportati” all’estero, come Sancho, adesso esprime un calcio europeo di costruzione e giocate tra le linee, con l’intensità fisica e la velocità tipiche dei calciatori britannici. Attenzione a Mount, una delle possibili stelle della manifestazione. Per la Germania, vale la famosa frase di Lineker: «Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine vincono i tedeschi». Giocano un calcio eccezionale, con protagonisti giovani, non mi meraviglierebbe se arrivassero in fondo. Lo stesso vale poi per il Portogallo campione in carica, fortissimo davanti e con Dias dietro, difensore capace di trasformare il Manchester City.
𝙁𝙍𝘼𝙉𝘾𝙀 𝙭 𝙀𝙐𝙍𝙊 2020
📸🇫🇷 #FiersdetreBleus©️ Jean-François Robert pic.twitter.com/uVHf3pDUxh
— Equipe de France ⭐⭐ (@equipedefrance) June 5, 2021
Occhio a Olanda e Belgio
Meritano una menzione Olanda e Belgio, due esempi di come in piccoli territori si possa coltivare tanto talento. A entrambe, però, manca sempre l’ultimo step per vincere. L’Olanda ha un “matto” come Depay, capace di risolvere una gara in ogni momento, oltre a De Jong a centrocampo. Stessa cosa per il Belgio, che può contare su giocatori come Tielemans, Lukaku e ovviamente De Bruyne, uno dei protagonisti più attesi. In ogni caso, le stelle di questo Europeo sono tutti talenti moderni, da collettivo, non accentratori, bensì funzionali al gioco di squadra: è il calcio che va in questa direzione.
Le possibili sorprese
L’Islanda cinque anni fa, la Grecia vincitrice nel 2004 e la Danimarca che da ripescata trionfa nel 1992: gli Europei riservano spesso sorprese e questa volta sono molto curioso di vedere la Macedonia del Nord, che si presenta con grande entusiasmo testa libera e un girone abbordabile. Nel nostro c’è la Turchia, altra nazionale che mi incuriosisce perché seguo il loro campionato: voglio vedere il livello dei giocatori in una manifestazione così importante. E a proposito di sorprese, in un certo senso lo è già la Spagna, sempre tra le papabili vincitrici, ma con Luis Enrique che ha escluso un mostro sacro come Sergio Ramos, non al top fisicamente. Per la prima volta, le Furie Rosse si presentano a un grande torneo internazionale senza nemmeno un giocatore del Real Madrid: si tratta di una svolta epocale, che fa capire come il calcio sia molto meno territoriale e più globale.
Un grande in bocca al lupo alla nazionale di Macedonia del Nord per l’Euro 2020. Questo l’augurio dell’Amb. Silvestri ai giocatori che militano nel campionato italiano, a partire dal capitano Pandev. Con l’auspicio di ritrovarsi in finale. pic.twitter.com/HYS3hwBAlB
— Italy Embassy Skopje (@ItalyinMKD) June 7, 2021
Dove può arrivare l’Italia
L’Italia gioca per vincere. Mancini non si nasconde, è il percorso che ha fatto e la costruzione del gruppo che lo porta a dire questo. Inoltre giocheremo in casa le prime tre partite e questo potrebbe essere un fattore. Dal punto più basso, la mancata qualificazione a Russia 2018, siamo ripartiti con un’identità tecnico-tattica: giovani sì, ma con la giusta maturità. Gli azzurri ci faranno divertire. Erano pronti un anno fa e lo saranno adesso: magari non in prima fila, ma subito dietro e intenzionati a sorprendere. E come sempre forza Italia.