La rottura tra Arianna Fontana e la Federghiaccio sembra insanabile. L’atleta ha minacciato nelle ore scorse di cambiare bandiera, gareggiando a Milano-Cortina 2026 con i colori degli Stati Uniti e non con quelli italiani. La portabandiera italiana a PyeongChang 2018 e vincitrice di 11 medaglie olimpiche nello short track si è sfogata sui social e ha attaccato la federazione che ha messo «molti ostacoli» sul suo cammino. Uno scontro che prosegue da mesi e su cui ora si esprime anche la campionessa del nuoto azzurro Federica Pellegrini. Intervenuta su Adnkronos, l’ex atleta della nazionale ha detto alla sportiva azzurra che «non deve mollare la bandiera».

Pellegrini: «Arianna farebbe un grosso errore»
Nell’intervista ad Adnkronos, la campionessa Federica Pellegrini spiega il suo punto di vista e consiglia alla pluripremiata atleta dello short track di non lasciare i colori italiani: «Ho letto che Arianna Fontana vorrebbe andare a gareggiare per gli Usa: l’unico consiglio che le posso dare è che farebbe un grossissimo errore. La bandiera è quella che ti senti, non è quella che ti scegli in un momento di difficoltà. E’ anche giusto che un’atleta del suo spicco abbia un aiuto ragionevole da parte della sua federazione: ma la bandiera non la deve mollare». E prosegue: «Quello che viene fuori sui giornali è solo la punta dell’iceberg, come al solito, lo dico per esperienza personale: soprattutto all’inizio della mia carriera anch’io ho avuto problemi con la mia federazione e so che è solo la punta dell’iceberg».

Pellegrini: «Non abbiamo il quadro completo»
«Tutto il resto è talmente tecnico», prosegue Pellegrini. «Lo leggiamo solo sui giornali, secondo me non abbiamo il quadro completo su richieste o su quello che vogliono entrambe le parti, quindi non so rispondere se sia una questione più tecnica o più personale. Non so se effettivamente le richieste di Arianna siano troppo o se invece dall’altra parte c’è un muro invalicabile». Poi, da membro del Cio, parla del possibile boicottaggio dell’Ucraina ai Giochi parigini del 2024: «Non so se sia realistico o meno che gli ucraini non partecipino, comunque il Cio è a un bivio importante: se riammettere russi e bielorussi che non si sono esposti a favore della guerra o se continuare così. Sicuramente una decisione scontenterà comunque qualcuno ma Thomas Bach è pronto a tutte le conseguenze che verranno».