La Fed innalza i tassi, la Bce la segue e così via tutte le banche centrali occidentali. Obiettivo? Fermare l’inflazione. Sembra, come ha detto sul Sole 24 Ore l’economista Donato Masciandaro, la storia del criceto sulla ruota. Aumentare la restrizione monetaria non serve a nulla, specialmente se davanti a te c’è una recessione. Il tutto sapendo che ogni manovra di politica monetaria produce i suoi effetti con un ritardo che può essere quantificato in 15 mesi. È questa la ragione per cui una banca centrale seria non può subire il ciclo congiunturale ma dovrebbe prevederlo e guidarlo. Specialmente se è reduce da un errore di previsione, come è il caso dell’americana Federal reserve. Ma la Banca centrale europea è prigioniera di sé stessa. Questo ha permesso alla Fed di muoversi prima, per poi aggiustare il tiro, manovrando specialmente il dollaro. Nelle settimane scorse la banca centrale degli Stati Uniti ha poi temperato la sua crociata antinflazione, facendo scattare un rialzo di 50 punti base nei tassi di interesse interbancari americani al 4,25-4,50 per cento, dopo quattro strette da 75 punti ciascuna. Adesso, sminato il fattore inflazionistico, negli Usa l’obiettivo è tutelare l’impresa e l’occupazione.

La stella polare un tasso di riferimento è superata
E l’Europa? È sempre in ritardo. La Bce, dopo aver detto per mesi che la crescita dei prezzi era temporanea, è intenzionata adesso a proseguire nella sua stretta, con una politica sempre più recessiva. Certamente in passato le banche centrali hanno salvato la stabilità finanziaria e l’economia mondiale. Questo perché si sono parlate e mosse all’unisono. Perché improvvisamente la Bce ha abbandonato la strada maestra? Le imprese, i mercati e le famiglie non possono essere condizionate da misure inopportune. Una decisione tardiva ha un effetto destabilizzante sulle aspettative. Non bisogna vivere al di fuori del mondo. La dottrina secondo cui la normalizzazione monetaria abbia come sua stella polare un tasso di riferimento è superata dai fatti. La politica monetaria deve conquistare un passo diverso e favorire l’economia reale.
Niente è scritto sulle tavole della legge
L’andamento dei tassi deve essere aggiornato continuamente durante la navigazione. Niente è scritto sulle tavole della legge. La tecnologia ha cambiato tutto. Basta solo accademia, serve capacità di connettersi con il mondo reale. La Bce fa l’esatto contrario. Si è mossa tardivamente e adesso prosegue nella sua politica restrittiva. C’è bisogno di realismo, non di nomenklatura. Continuare a muoversi su schemi vecchi è dannoso. La stabilità finanziaria è un mantra, ma nascondersi dietro a previsioni datate è pericoloso. Serve un passo indietro per poter investire sul futuro. Bruxelles non può controllare Francoforte, ma l’authority deve saper ascoltare la voce dell’economia europea non gli interessi dei singoli Stati.