Chi ha paura della fecondazione in vitro?

Redazione
07/05/2021

Two-week wait è la graphic novel che racconta l'esperienza di due aspiranti genitori. Una strada fatta di incertezze, ostacoli e tabù.

Chi ha paura della fecondazione in vitro?

Per una coppia intraprendere il percorso della fecondazione assistita (Fivet) non è una scelta semplice. Soprattutto perché c’è ancora poca informazione in merito. Prova a fare luce su un tema così delicato Two-Week Wait, graphic novel di Kelly e Luke Jackson.

L’importanza del fattore umano

Liberamente ispirato all’esperienza personale degli autori, il fumetto racconta la storia di Joanne e Conrad e dei sacrifici fatti per diventare genitori. L’inizio del viaggio per i due australiani non è stato dei migliori: nel 2011 decidono di optare per la fecondazione in vitro ma non trovano altro che letteratura medica e lunghi sproloqui pieni di tecnicismi. «Uno dei problemi più grossi è proprio la totale assenza di un approccio umano», ha raccontato Kelly Jackson al Guardian. «Sei bombardato di termini medici ma nessuno prova a spiegarti come tutto quel cammino possa influenzare e stravolgere la tua vita». Ecco perché hanno scelto di scrivere un libro accessibile a tutti e che metta al centro l’aspetto umano accanto a quello sanitario: «La nostra graphic novel vuole aiutare le famiglie a comunicare, a capire meglio cosa li aspetta. A farsi delle domande e a trovare risposte affettuose, mai distanti». Insomma, un mix tra l’aspetto emotivo e quello pragmatico di un processo che ha due facce di egual valore e che pesa su entrambe le parti, soprattutto quando non sembra andare nella direzione sperata: «Prendiamo ovviamente in considerazione anche le procedure mediche ma non è un manuale di medicina. È la storia di una relazione alle prese con una difficoltà importante». Gli ostacoli sono tanti ma si possono superare. Proprio come è successo a Joanne e Conrad (e nella vita reale a Kelly e Luke, genitori di due bambine, la seconda concepita naturalmente).

Un tabù da abbattere soprattutto per gli uomini

Mentre per le donne il tabù della fecondazione in vitro è stato sconfessato grazie alla testimonianza personale di figure come Michelle Obama e Amy Schumer, per gli uomini, invece, sembra ancora un argomento spinoso: «Conosco uomini che me ne parlano ancora sottovoce, con vergogna. Quasi come se fosse un problema», ha spiegato Luke Jackson. «Ed è proprio questo pregiudizio che dissuade quanti vogliono tentare dal farlo». Non c’è nulla da nascondere, soprattutto ai bambini nati da questo percorso: «A nostra figlia lo abbiamo spiegato come fosse la cosa più normale al mondo. Avevamo qualche problema a concepire e ci siamo rivolti alla scienza. Nulla di strano».