La fatturazione elettronica è il sistema digitale per emettere e trasmettere le fatture. Eliminando il formato cartaceo, si cerca di rendere il processo più trasparente, limitando l’evasione. Già resa obbligatoria nel 2019 per Pubblica Amministrazione e privati, ne restavano esenti i titolari di partite Iva a regime forfettario. Tuttavia, anche questi ultimi dalla prossima estate dovranno provvedere a emettere la fattura esclusivamente in formato digitale. Ecco cosa cambia e quali titolari di Partita Iva dovranno realmente emettere le fatture elettroniche.

Quali titolari di Partita Iva dovranno emettere le fatture elettroniche?
A partire dal primo luglio, l’obbligatorietà riguarda anche i titolari di partita Iva in regime forfettario, finora esclusi. Dalla prossima estate chi applica la flat tax al 15% (o al 5% se rientra nei primi 5 anni dall’apertura) dovrà emettere fattura solo in formato digitale e solo in caso di ricavi e compensi superiori ai 25 mila euro. La bozza del decreto, approvata dal Consiglio dei Ministri, infatti, cancella gli esoneri previsti dal dl 127 del 5 agosto 2015 (si tratta dell’articolo 1, comma 3). Inoltre, l’obbligo fattura elettronica arriva anche per le associazioni sportive dilettantistiche e per gli enti del Terzo settore che abbiano proventi da attività commerciali fino a 65 mila euro. L’obiettivo è quello di migliorare sempre di più il controllo dell’evasione fiscale.

Fatturazione elettronica: da dove iniziare
Per chi si deve avvicinare alla fatturazione elettronica, la prima decisione da intraprendere è se delegare un intermediario che si occupi di “tradurre” le fatture elettroniche nel formato standard XML e di inviarle al Sistema di Interscambio, o gestire la fatturazione in modo indipendente attraverso gli strumenti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Ulteriore obbligo a cui devono attenersi le società e le p.iva che emettono fatturazione elettronica è quello della conservazione elettronica a norma: le fatture, sia quelle attive che quelle passive, devono essere conservate a norma per 10 anni e devono essere inviate per conservazione entro i tre mesi successivi dalla data di dichiarazione dei redditi.