È proprio vero che non si finisce mai di imparare. Fino a oggi ero convinta che il matrimonio morganatico si chiamasse così in onore della Morgana dei poemi cavallereschi, il che lo rendeva il vincolo perfetto per Marta Fascina e Silvio Berlusconi: lui era un cavaliere, lei bella ed eterea come una fata, e le loro nozze a villa Gernetto più che una cerimonia sono state un’illusione ottica, un miraggio, una fata morgana, insomma. E invece no: il termine deriva dalla morgengabe, o “dono del mattino”, un’istituzione longobarda con cui un marito ricompensava la neo-moglie con una donazione, senza renderla partecipe dei diritti ereditari.

Dalla Bela Rusìn e Vittorio Emanuele a Françoise d’Aubigné e Luigi XIV: le coppie morganatiche
Il matrimonio morganatico fu seguito utilizzato soprattutto dai sovrani vedovi per regolarizzare l’unione con favorite di rango inferiore, tranquillizzando gli eredi legittimi. La coppia morganatica più famosa d’Italia furono Vittorio Emanuele e la Bela Rusìn, la figlia del tamburo maggiore dei Granatieri di Sardegna, che l’amante coronato trasformò in Contessa di Mirafiori. La quasi-moglie più fatale ai destini d’Europa fu la nobile boema Sophie von Chotek, che morì a Sarajevo accanto al suo sposo, l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, e poiché non era di sangue reale ora riposa nel castello di Arstetten e non nella Cripta dei Cappuccini insieme alle arciduchesse e imperatrici Asburgo. Ma forse il paragone storico più calzante per Marta Fascina va cercato in Francia. No, non nella bellissima Diana di Poitiers, l’onnipotente favorita di Enrico II di Valois, stoicamente sopportata per anni dalla regina Caterina de’ Medici e messa alla porta su due piedi durante l’agonia del sovrano. Marta ricorda piuttosto Françoise d’Aubigné, marchesa de Maintenon, ex governante dei figli illegittimi di Luigi XIV che prima ne fece la sua amante e poi, rimasto vedovo, sposò: pia e devota com’era, la marchesa non voleva vivere nel peccato. La licenziosa corte del Re Sole divenne di colpo pudibonda e bacchettona e il sovrano sciupafemmine, ormai anziano e acciaccato si ritrovò in completa balia, anche politicamente, della moglie-badante e dei suoi reggicoda.

Marta Fascina ai raggi X durante il funerale di Silvio
Certo, la Maintenon non era giovane e bella come Fascina, che come look sembra un’edizione limitata prodotta dalla Fabbrica delle mogli per i fan di Evita Peron. Consunta, disincarnata, resa incantevolmente diafana dalle lunghe settimane di veglia e di accudimento al San Raffaele che agli occhi della stampa l’hanno trasformata da ennesima scaltra vergine offerta al drago ad angelo di devozione, durante i funerali in Duomo ha mantenuto un contegno impeccabile mentre, la sua mimica facciale e produzione lacrimale veniva monitorata, scannerizzata e analizzata minuto per minuto. Ha saputo dosare saggiamente le manifestazioni di lutto, senza mettere in imbarazzo i cinque figli dalla faccia di pietra seduti accanto a lei e a favore di telecamere ha tenuto per mano Marina Berlusconi, nel classico gesto con cui fin dai rilievi dei Tetrarchi dioclezianei i potenti della terra assicurano all’opinione pubblica che vanno d’amore e d’accordo e mai e poi mai si farebbero un torto, e un minuto dopo è stata praticamente portata via di peso da un bodyguard, per lasciare a Paolo Berlusconi il posto d’onore accanto al feretro di suo fratello.

Resta da conoscere l’entità della morgengabe fasciniana
E ora, come una giovane longobarda impalmata da un onnipotente castellano, aspetta di conoscere l’entità della sua morgengabe, 90 milioni, si dice, più una villa. Più, a quanto pare, una specie di patronato su Forza Italia, il piccolo costosissimo serraglio ormai fuori moda che bisognerebbe preservare in memoria del defunto, che ci era molto affezionato, anche se ogni curatore di buon senso sarebbe tentato di aprire le gabbie e lasciare che i viziati animali si riambientino altrove secondo il loro istinto di sopravvivenza. Se non era solo un effetto del nero del tailleur da lutto, le spalle di Fascina sembravano molto esili per il ruolo che l’aspetta. E se il dono del mattino si rivelasse la maledizione della sera? La Succession made in Arcore è appena iniziata.