Papalina e papere
Quasi tutti i cantanti si prestano al FantaSanremo, cercando di imbonirsi il televoto. Ma come tutti i fenomeni che diventano virali anche questo, dopo 10 minuti, stanca.
Se, guardando il Festival della Canzone Italiana di Sanremo edizione numero 72, quella di quest’anno, vi sarà capitato di chiedervi che cavolo avessero da ridere tutti quei cantanti, lì a dire “papalina” sul palco dell’Ariston, tranquilli, non è che di colpo cominciate a perdere colpi, lasciate pure perdere la musichetta d’attesa del CUP presso il quale stavate prenotando una visita neurologica, è semplicemente che, non so come sia possibile, non siete a conoscenza della vera moda del momento che risponde al nome di FantaSanremo.
FantaSanremo: con 100 Baudi si mette su una squadra
Niente di particolarmente innovativo, se ci si pensa, ma pensare che non sia innovativo qualcosa che è diventato di moda dopo che ci ha pensato prima qualcun altro è un gioco al ribasso. È chiaro, si tratta della versione sanremese del Fantacalcio, nato in un bar di Porto San Giorgio, nelle Marche, qualche anno fa, e nel 2022 atterrato direttamente sulla assi del teatro televisivo più famoso d’Italia. Come per il Fantacalcio, infatti, si possono fare squadre a partire da un budget di 100 Baudi. L’idea di chiamare Baudo la moneta corrente al FantaSanremo è geniale, va detto, e il valore dei cantanti al FantaMercato sono dettati dai gusti dei titolari del marchio, certo, ma anche alle quotazioni dei bookmaker, quelle per le scommesse vere e proprie.
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I cantanti fanno l’occhiolino al televoto
Uno ha 100 Baudi e con quelli deve mettere su una squadra di cinque cantanti, che in base a una serie di variabili acquisterà punti in una classifica complessiva. Se nel Fantacalcio, lo dice uno che non ci ha mai giocato, i punteggi sono legati credo alle pagelle della Gazzetta e a una serie di eventi, gol, parate, cartellini gialli e rossi, nel FantaSanremo funziona esattamente alla stessa maniera, e anche qui vedi che non ci voleva molto, oltre alla classifica ci sono una serie di gesti che fanno guadagnare punti ai cantanti, e tutti dovrebbero augurarsi che li facciano. Solo che, come in un mondo del calcio nel quale fosse possibile che un calciatore scommetta sulle partite che andrà a giocare, o sulle partite sulle quale scommettono i suoi tifosi, ecco che di colpo la moda arriva all’orecchio dei cantanti i quali, contando più che cantando, iniziano a contare sul sostegno in termini di televoti di quanti, alla fin fine, li ameranno di più perché stanno al gioco andando a fare volontariamente e dichiaratamente quei gesti in grado di accrescere i punteggi al FantaSanremo.
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A furia di ‘Papalina’ e ‘FantaSanremo’ dopo 10 minuti a uno passa la voglia di vivere
Dire “papalina”, non chiedetemi perché, sono marchigiano ma ho pur sempre un certo amor proprio, anche se sospetto abbia a che fare con l’essere stata per secoli sotto lo Stato pontificio della mia terra, è uno di questi gesti, e via tutti a dire, compiaciuti, “papalina” sul palco. Anche lì, niente di originale, ci aveva già pensato la Gialappa’s in tempi non sospetti, di volta in volta proponendo gesti specifici ai cantanti in gara, e lì l’idea di un ritorno in termini di televoto ovviamente non c’erano, era più una cosa simpatica, e basta. Anche dire “FantaSanremo”, va detto, cosa che in molti hanno fatto, da Michele Bravi a Gianni Morandi, passando per Sangiovanni, la Rettore con Ditonellapiaga, Iva Zanicchi, Highsnob e Hu, Le Vibrazioni, praticamente tutti, aumenta il punteggio, e la cosa farebbe anche sorridere, non fosse che come tutte le faccende che diventano virali, dopo 10 minuti a uno viene meno la voglia di vivere andando quindi ad appoggiarsi sul letto con le braccia incrociate aspettando l’angelo della morte.
Truppi e Ranieri non stanno al gioco: se perdono, lo fanno per scelta
Io, per la cronaca, ho fatto la mia squadra al FantaSanremo, più per curiosità che per altro, e avendo fatto la mia squadra ho anche dato una chiara indicazione ideologica, andando a prendere sì Elisa, che reputo essere la candidata alla vittoria finale – lei e Blanco e Mahmood, con Achille Lauro costavano più di tutti, impossibile averne due nella medesima squadra – ma mettendoci pure La Rappresentante di Lista come capitano, Giovanni Truppi, Massimo Ranieri e Dargen D’Amico. Il fatto che Truppi, insieme a Ranieri, sia fin qui il solo che si è sempre rifiutato di far riferimento a questo gioco, oltre farmi precipitare in fondo alle classifiche, mi rende comunque orgoglioso delle mie scelte. La mia squadra è differente, perde, sì, ma per sua scelta.