Il Tribunale di Roma, attraverso il Gip Paolo Andrea Taviano, ha disposto il sequestro – tramite oscuramento – dell’inchiesta Follow The Money di Fanpage.it, condotta dal team Backstair, sul sottosegretario Claudio Durigon e sui fondi della Lega. In quell’inchiesta, la testata aveva mostrato un video in cui il parlamentare diceva che, per l’indagine della procura di Genova sui 49 milioni che il partito avrebbe sottratto allo Stato, non c’era da preoccuparsi, perché il generale della Guardia di Finanza «l’abbiamo messo noi». I video, al momento, sono ancora disponibili sul sito della testata.
«Oggi è successa una cosa grave, nella redazione di Fanpage.it. Abbiamo ricevuto un decreto del Gip di Roma che dispone il sequestro, mediante oscuramento, dei video che contengono l’inchiesta Follow The Money su Claudio Durigon e i fondi della Lega», ha scritto in un editoriale il direttore di Fanpage Francesco Cancellato. «Per quell’inchiesta abbiamo già ricevuto diverse diffide e querele, com’è legittimo che sia». Ma, sottolinea Cancellato, «quel che ci è stato notificato oggi, il sequestro e l’oscuramento preventivo di un contenuto giornalistico, rimanda a provvedimenti che non dovrebbero essere emessi in un Paese in cui vige la democrazia e la cui Costituzione, perciò, non lo consente».
"Oggi è successa una cosa grave nella nostra redazione. Il tribunale di Roma vuole sequestrare e oscurare la nostra inchiesta su Claudio Durigon e i della Lega e non possiamo permetterlo" #Durigon pic.twitter.com/cfPseYbFoH
— Fanpage.it (@fanpage) September 23, 2021
«Non si può sequestrare e oscurare il contenuto giornalistico per il reato di diffamazione, come confermato da numerose sentenze della Corte di Cassazione. Non si può sequestrare e oscurare in via preventiva, prima che la verità sia accertata», prosegue il messaggio del direttore. «Non si può sequestrare e oscurare perché non vi è più l’esigenza cautelare, in quanto il video e la notizia sono stati ripresi da più giornali, circolano in rete e sono quindi di dominio pubblico. E non si può procedere contro ignoti, come ha fatto il Pm, quando gli autori dei servizi sono noti come lo è il direttore e possono difendersi se indagati, ma non possono se non sono iscritti».
«Quella che stiamo subendo oggi noi di fanpage.it è, a nostro avviso, una grave violazione della libertà di stampa che la Costituzione non consente. E un precedente pericoloso e intimidatorio che ci riguarda tutti», conclude l’editoriale.
Fanpage oscurata, le reazioni
In un lungo comunicato, il comitato di redazione ha difeso il lavoro dei suoi colleghi e ha ricordato come, a norma dell’articolo 21 della Costituzione, la stampa non possa essere soggetta ad autorizzazioni e censure, e il sequestro può essere autorizzato solamente in caso di delitti «per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi». Cioè, non in questo caso, visto che non sono state ravvisate violazioni di questo tipo.
«Tutti i giornalisti di Fanpage.it si stringono compatti attorno ai colleghi che hanno lavorato all’inchiesta Follow The Money, al direttore Francesco Cancellato e al condirettore Adriano Biondi. Chiediamo vicinanza ai colleghi delle altre testate e a chiunque, giornalista o lettore, ritenga questa professione l’elemento costitutivo di una democrazia. Quella che stiamo subendo oggi noi di Fanpage.it è, a nostro avviso, una grave violazione della libertà di stampa, un precedente pericoloso e intimidatorio che riguarda tutti», si legge nel comunicato.
Il Movimento 5 stelle, attraverso gli europarlamentari Dino Giarrusso e Mario Furore, ha espresso solidarietà per la «grave ingiustizia» e per la «violenza contro la libertà di stampa». Solidarietà è anche arrivata da vari esponenti del Partito democratico come Matteo Orfini e Filippo Sensi, come dal candidato sindaco di Roma e leader di Azione Carlo Calenda.
In favore della testata si è espressa anche l’Associazione Stampa Romana: «La decisione del gip del tribunale di Roma di oscurare il video dell’inchiesta di fanpage su Claudio Durigon e i 49 milioni di euro di evasione della Lega è incredibile e pone a rischio la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati.
«È incredibile perché la stampa nelle sue varie forme e articolazioni non può essere sottoposta a censura e autorizzazioni salvo casi specifici per nulla rilevanti in questo caso.
«Se Durigon ritiene di essere stato diffamato ha modo di andare in giudizio per tutelare la sua onorabilità ma certamente non ottenendo la rimozione di una inchiesta. I cittadini hanno diritto di essere informati perché dalle corrette informazioni ne deriva la sostanza stessa di un paese democratico. Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alla direzione agli autori dell’inchiesta e alla redazione di Fanpage».